Un tesoro sommerso tra le acque vulcaniche della Tuscia
Nel cuore della Tuscia viterbese, il lago di Mezzano, piccolo specchio d’acqua di origine vulcanica nella caldera di Latera, restituisce oggi un patrimonio archeologico straordinario, in gran parte sommerso e preservato nei sedimenti argillosi. Le recenti campagne subacquee, promosse dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale (del ritrovamento del villaggio abbiamo ampiamente parlato nei mesi scorsi) hanno consentito di documentare e valorizzare un insediamento palafitticolo databile tra la fine dell’età del Bronzo antico e l’età del Bronzo recente, tra il 1700 e il 1150 a.C. circa.

Ciò che colpisce immediatamente è la quantità e la qualità dei reperti in bronzo rinvenuti: oltre 25 manufatti, conservati in condizioni eccezionali grazie al contatto con i sedimenti argillosi, che ne hanno impedito l’ossidazione. Si tratta di oggetti che raccontano la vita quotidiana e la complessità tecnologica di una comunità protostorica: asce ad alette, punte di lancia, fibule, anelli, uno spillone e persino un falcetto, perfettamente conservati nella lucentezza originale. Tra i pezzi più suggestivi, spicca una borchia in bronzo forata, decorata con un simbolo solare, testimonianza dell’immaginario simbolico di queste genti.
La stratificazione dei pali e la vita sul lago
Un insediamento diffuso, senza soluzione di continuità
I rilievi morfobatimetrico e subacquei hanno permesso di mappare più di 600 pali affioranti dal fondale argilloso, distribuiti su circa un terzo dell’area conosciuta. L’osservazione delle profondità – tra 10 e 2,5 metri – suggerisce che l’insediamento abbia seguito le oscillazioni del livello del lago per circa seicento anni. I materiali più antichi emergono dai livelli più profondi, mentre quelli più recenti si trovano in superficie.
Non è possibile distinguere aree abitative separate: il deposito archeologico si estende in modo uniforme, formando una stratigrafia “concentrica” che abbraccia almeno un quarto del lago. In alcune zone, i reperti bronzei sono stati ritrovati tra pietre laviche, forse antiche frane, dove numerosi pali sono coperti fino quasi all’altezza dell’attuale sponda.
Metallurgia e officine sul fondo del lago
Lingotti, panelle e tracce di fuoco tra i bronzi
Alcuni frammenti rinvenuti, definiti “panelle”, testimoniano la fusione e la lavorazione del bronzo, suggerendo la presenza di vere e proprie officine metallurgiche. La distribuzione dei manufatti e la loro qualità indicano che la metallurgia nel Bronzo recente aveva raggiunto livelli notevoli di sofisticazione. Alcuni oggetti mostrano segni di esposizione al fuoco, forse caduti assieme a strutture ligneo-incendiate, mentre altri appaiono intatti, come se il tempo avesse rispettato la loro brillante superficie.
L’impiego congiunto di metal detector e Carabinieri subacquei ha permesso di individuare anche materiali in giacitura secondaria, evitando dispersioni e azioni illecite. Grazie all’intervento dei restauratori, ogni reperto è stato consolidato, mantenendo quanto più possibile l’aspetto originale.
Prospettive future e indagini stratigrafiche
Verso la ricomposizione di un villaggio sommerso
Le prossime campagne si concentreranno sul completamento della mappatura dei pali e sull’associazione tra materiali ceramici e metallici e le diverse fasce di profondità, al fine di ricostruire l’evoluzione dell’insediamento. Lo scavo stratigrafico permetterà di comprendere la formazione dei depositi, molti dei quali perfettamente sigillati da strati di argilla, conservando preziose tracce della vita quotidiana di queste comunità.
L’insieme dei reperti bronzei, il paesaggio sommerso e la complessa stratificazione del lago di Mezzano costituiscono un patrimonio unico per lo studio dell’età del Bronzo nell’Italia centrale, offrendo una chiave di lettura rara e approfondita sulla tecnologia, l’organizzazione sociale e l’arte della protostoria viterbese.
Fonte: Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale; Servizio Archeologia Subacquea; video: YouTube.








