Fu sepolta con una ciotola di vetro verde chiaro, decorata, che si pensa sia stata realizzata intorno all'inizio del V secolo, quindi avrebbe potuto essere un cimelio di epoca romana. Altri oggetti funerari includevano anelli multipli in lega di rame, un anello "zoomorfo" d'argento, spille, dischi, accessori per cinture di ferro e oggetti in avorio
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La parte scultorea è stata recuperata in Sardegna. Un militare ha poi cercato da dove provenisse quel frammento e ha individuato l'opera di riferimento, conservata alle Terme di Diocleziano
In questo ambito è stata recuperata lucerna, databile a un periodo compreso tra la metà del I secolo e metà del II. La presenza di un bollo ha permesso persino di ricostruire la provenienza dell'oggetto - Modena - e il laboratorio che lo realizzò - Vibiani -.
Scavi in una delle calette sul mare dove è stata individuata una necropoli a cremazione risalente al XIII-XI sec. a.C.. La scelta di un luogo meraviglioso tra la terra e l'infinito
Non è improbabile che il personaggio raffigurato fosse un ricco commerciante, abituato a viaggiare attraverso il Mediterraneo orientale e dunque conoscitore della cultura greca. L’opera, una rilevante testimonianza degli anni turbolenti di Giulio Cesare e Ottaviano, era in vendita
Oltre a resti di cenere e frammenti ossei combusti, trovata una moneta di età medio imperiale e alcuni frammenti ceramici sempre legati al rito di sepoltura. La tomba di medie dimensioni (1m x 3m) è rivestita in ciottoli
Durante gli scavi autostradali sono stati trovati i resti dell'edificio e quelli degli anfibi. Una mangiata pantagruelica? Un sacrificio? Una malattia? Ricerche per far luce sulla natura del singolare ritrovamento
L'antica città di Mozia si trovava sull'isola di San Pantaleo, nello Stagnone di Marsala, in Sicilia. L'isola era abitata da una popolazione autoctona, durante l'età del Bronzo, che si integrò con i fenici, che trasformarono questo lembo di terra - a partire dal XII secolo a. C. - in una base commerciale fondamentale per i commerci nel Mediterraneo. Mozia visse per secoli una fase di particolare prosperità, come testimonia Diodoro Siculo; al tempo dei romani l'importanza e il prestigio di Mozia erano però già svaniti, a causa di una serie di conflitti intercorsi con i greci.
Ciò emerge dagli scavi nel pressi del sacro edificio di Montesiepi, nel quale - a livello del pavimento, c'è una roccia nella quale il cavaliere Galgano, chiamato dal Signore, abbandonata la guerra e l'esistenza mondana, diventando un eremita, avrebbe infisso la propria spada, trasformandola così in un crocifisso. Il frammento di maiolica era nei pressi di un'area lungo la quale scorreva una canaletta di scolo
Il santuario fu fondato nel I secolo aC e operò per almeno cinque secoli, fino al IV secolo dC. Trovati i resti delle terme per i fedeli che erano in un'area contigua al recinto sacro e quelli di alcune abitazioni che si pensa possano essere state utilizzate dai religiosi e dal personale di servizio del complesso religioso stesso