"Appurata la buona fede del privato cittadino - dice l'archeologa - ho lasciato in acqua i reperti prima di portarli al centro di restauro della nostra soprintendenza dove saranno trattati adeguatamente per la loro conservazione, in quanto il prelievo non autorizzato, oltre a poter avere risvolti di carattere penale, espone al rischio di distruzione gli oggetti imbibiti di sali, come quelli subacquei".
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Furono forse uccisi o, essendo ritenuti appartenenti a un gruppo ritenuto magicamente sinistro, neutralizzati, dopo la morte per evitare che tornassero in vita, come vampiri o spiriti inquieti e vendicativi
Uno specchio di vetro, per protezione contro l'Occhio Maligno era posto in mezzo alla placca: l'idea era che lo spirito maligno o un demone, che si guardava allo specchio, avrebbe visto il proprio riflesso, e questo avrebbe protetto il proprietario dello specchio stesso. Targhe a specchio simili sono state trovate in passato come corredi funerari nelle tombe, per proteggere i defunti nel loro viaggio verso l'aldilà
I valori elevati di calcio nei gladiatori potrebbe suggerire un uso frequente di una bevanda di cenere vegetale, come menzionato nei testi antichi. Lo studio dei "mangiatori di orzo". Così venivano chiamati gli atleti che sfidavano altri uomini e animali negli anfiteatri
La scoperta è stata illustrata nelle ore scorse da Mustafa Waziri, Segretario generale del Consiglio Supremo per l'Archeologia, che ha sottolineato l'importanza commerciale della Regione di Alameen e della costa settentrionale dell'Egitto che nel III secolo a.C. era dotata di numerosi porti commerciali. Da qui partivano soprattutto carichi di vino, olive e cereali diretti al sud Europa e al Mediterraneo
E' la natura strategica del luogo e la presenza di vani interrati molto antichi, sotto l'edificio medievale, a far ipotizzare, che il pianoro possa offrire resti antichissimi, che potrebbero costituire un palinsesto che va dall'epoca romana a quella longobarda, fino al più "recente" sviluppo medievale
Sono venute alla luce le tracce di un’area industriale, in particolare di una forgia per la lavorazione del ferro, legata all’arrivo dei primi abitanti dell’area che alla fine del terzo secolo a.C. occuparono il sito dove sorgerà prima la colonia di Pollentia, alla fine del secondo secolo a.C., e quindi, in età imperiale, il centro urbano di Urbs Salvia. Questo è il risultato delle annuali campagne di scavo condotte dall’équipe del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Macerata, guidata da Roberto Perna e composta anche da oltre 30 studenti dell’Ateneo
"Ciò che distingue le tombe a camera recentemente scoperte da quelle precedentemente scavate è il numero di manufatti e la loro magnifica qualità. - dice il professor Fischer, archeologo, responsabile della missione - Da sole due tombe sono riemersi 500 oggetti, molti dei quali sono costituiti da metalli preziosi, gemme, avorio e ceramica di alta qualità . Circa la metà dei manufatti è stata importata da culture vicine. L'oro e l'avorio provenivano dall'Egitto. Pietre preziose, come il lapislazzuli blu, la corniola rosso scuro e il turchese blu-verde, sono state importate rispettivamente dall'Afghanistan, dall'India e dal Sinai. Le tombe contengono anche oggetti in ambra provenienti dalla regione baltica".
Al centro della ricerca, l’approfondimento delle conoscenze del Piano del Tamburino, un pianoro situato ad Himera alta, a circa 90 metri sopra il livello del mare, che negli ultimi decenni è venuto alla luce grazie alle indagini condotte dall’università elvetica, con la collaborazione del Parco archeologico di Himera, Solunto e Monte Jato, diretto da Mimmo Targia
"A -11,15 metri termina lo scavo del pozzo del convento di San Pietro in Vetere a Campo della Fiera. - dicono i membri del gruppo che si occupa del Campo - Una indagine complessa, soprattutto per la presenza dell’acqua di falda che riempie il pozzo per oltre metà della sua altezza. Per questo non possiamo non ringraziare gli amici della ASSO - Archeologia Subacquea Speleologia Organizzazione, archeospeleosubacquei di lunga esperienza e la società IRE4 di Orvieto che ha gentilmente messo a disposizione le pompe idrovore. I numerosi reperti recuperati ci aiuteranno a ricostruire la storia di questo territorio dal XIII al XVII secolo".