Gli archeologi ritengono di aver trovato l'unico dildo romano conosciuto a grandezza naturale, scoperto in un fosso in quelli che erano i margini settentrionali più estremi dell'impero. L'oggetto è stato esposto in queste ore nello spazio museale di Vindolanda
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Cardone ha avvisato la Soprintendenza del ritrovamento e ha correttamente deciso di consegnare il reperto alla Soprintendenza stessa. E' presumibile che l'ente disporrà un sopralluogo nella zona per capire se il pezzo sia stato anticamente gettato o se esso sia scivolato, con il tempo, da un deposito archeologico
Sul lato Sud di un'antica strada riemersa è stata messa in luce anche una piccola struttura votiva in muratura a pianta quadrangolare aperta sul lato est. A testimonianza della defunzionalizzazione rituale avvenuta in antico, è emersa una lastra di rivestimento in terracotta decorata a rilievo con due palmette contrapposte e due spirali oblique su cui era collocata una moneta in bronzo inquadrabile cronologicamente all’ultimo quarto del I secolo a.C.
Il recupero è avvenuto con il criterio d'urgenza perchè l'animale, scavando alla ricerca di radici e di larve, ha reso evidente il tesoretto tra la terra. Si ritiene che la grotta possa contenere altri depositi monetari forse creati in previsione dell'arrivo di invasori, nel V secolo, durante il periodo drammatico di disfacimento dell'Impero romano
La storia di Villaputzu si identifica fino al medioevo con quella di Sarcapos, città commerciale e portuale, situata probabilmente sulla foce del Flumendosa o nelle sue vicinanze, in località Eringiana; si configurava come centro di supporto degli itinerari verso l'Etruria, unico porto fluviale della costa orientale sarda
Si è ipotizzato che ciò che è stato trovato sia ciò che rimane del mitico rio Batario, che caratterizzava l'area durante il Medioevo. Il cantiere consentirà di vedere tutti i segreti della piazza
Gli archeologi: "Abbiamo individuato parte di una lussuosa abitazione urbana (domus), come testimoniano i quattro piani in cemento e le pitture parietali ancora conservate. Questi spazi riccamente decorati sottolineano lo status sociale dei proprietari".
I subacquei hanno trovato gli oggetti più sorprendenti e preziosi. La nave, piena di merci esclusive, uniche e lussuose, doveva essere naufragata intorno al 1650. L'eccezionale stato di conservazione dei reperti favorito dalla copertura del relitto da parte di sabbia e limo che, di fatto, lo hanno isolato
L'abito rappresentava un segno di potere dell'autorità imperiale che rendeva riconoscibili i dignitari, compresi quelli delle province lontane. Una politica di riconoscibilità delle insegne dello Stato centrale
Il leone ha un confronto preciso proprio a Pisa, dove un esemplare integro è stato trovato pochi anni fa nella zona dell'Arcivescovado. Sulla base di quel confronto possiamo datare il nostro frammento nel 30-20 a. C., quindi in un'epoca un po' più antica rispetto alla fase meglio conservata della domus