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Posts published in “Arte contemporanea”

La scultura di Kafka che si compone e si disfa. Opera di David Cerny. Il video

David Cerny ha realizzato una scultura composta da 42 lastre d'acciaio, tagliate, ognuna delle quali ruota in modo autonomo. L'opera, omaggio al grande scrittore Franz Kafka, è stata collocata nell'area del Quadrio Business Centre, a Praga, nella Repubblica Ceca. Al di là della ricerca di un effetto di mobilità, che diviene ossessivo per ogni oggetto della civiltà contemporanea, la scultura rappresenta anche le sfaccettature infinite di Kafka e dell'uomo del Novecento, che riescono ad essere se stessi solo per un istante, quando le diverse componenti del quadro psicologico e il destino-caso si allineano

Helidon Xhixha – Come scolpire la luce, l’acciaio nell’arte

E’ per arrivare a questo che ho intrapreso da anni una costante ricerca, sia stilistica che tecnica, che mi ha portato ad un linguaggio aniconico. Resta il fatto che la conoscenza del disegno e dell’arte figurativa, la padronanza di quei mezzi di rilettura della realtà, restano un imprescindibile punto di partenza anche per ogni ricerca informale.

Cy Twombly – Storia e quotazioni gratis

Twombly è conosciuto per il suo modo di sfuocare la linea tra disegno e pittura. Molte delle sue opere di pittura più note dei tardi anni cinquanta e primi anni sessanta ricordano i graffiti accumulati in anni sui bagni dei gabinetti, mentre quelle dei tardi anni Sessanta ricordano delle e tracciate in corsivo. A questo punto abbandona la pittura come rappresentazione, citando la linea o macchiando ogni segno con la sua propria storia, come soggetto a sé

Emanuele Dascanio – Iperrealismo stupefacente per matita e occhio

Uno straordinario virtuoso della matita - e non solo - un iperrealista che riscuote un notevole successo in tutto il mondo. Emanuele Dascanio nasce a Garbagnate Milanese nel 1983. Dopo essersi diplomato al Liceo Artistico Lucio Fontana di Arese, nel 2003 si iscrive all’accademia di Brera, sezione pittura. "Avendo appreso di vivere in un contesto decadente per la stessa pittura, la abbandona dopo sei mesi" è scritto nella sua nota biografica.

Un antico lavatoio diventa galleria d'arte. E appare la "veronica" di Maurizio Cesarini

Un abitante di Quezzi, un quartiere genovese sovrastante il luogo dell'ultima alluvione, non riuscendo più a sopportare il degrado in cui versavano gli antichi lavatoi comunali, decide di far ritornare all'ottocentesca bellezza questo bene culturale. Con le proprie forze e praticamente "in solitaria", inizia una lenta opera di pulizia, libera questi vecchi lavatoi da ciò che nel tempo erano diventati: una discarica a cielo aperto al centro di un quartiere popolatissimo. Ora dopo mesi e mesi di lavoro Stefano Molfino, questo il nome dell'artefice di questo restyling, l'opera di pulizia è giunta quasi al termine e chiede ad un artista un'azione site-specific su questi lavatoi perché possano assumere ulteriore bellezza. Angelo Pretolani prende a cura l'idea e invita amici artisti a intervenire con opere pensate appositamente per questo luogo; dopo l'encomiabile lavoro di Molfino, ecco dunque un ulteriore intervento nel tessuto sociale della città, un'azione di public art atta a rivalutare l'ambiente cittadino
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Mimmo Rotella. Décollages e retro d’affiches. La mostra, l’intervista al maestro e le quotazioni

Il percorso dell’esposizione a Palazzo Reale di Milano analizza alcuni momenti fondanti dell'inizio della carriera dell’artista. A Roma, dove si trasferisce subito dopo il rientro in Italia dalla residenza alla Kansas City University del 1952, Rotella stabilisce un dialogo sia con la generazione precedente sia con i suoi coetanei. È in questo ambito che ricorre a un simbolo del rinato contesto urbano: il manifesto pubblicitario

Ramona Zordini, malinconia. Acqua. Corpi fluttuanti, in movimento con il dolore gioioso della poesia

L'artista: "Decisi di iniziare scattando delle fotografie di corpi umani usando l’acqua come teatro. Ho cercato di creare qualcosa di nuovo, dando alle immagini una terza dimensione. Ho provato differenti materiali e ho scelto il tessuto elastico perché era la strada migliore per mettere in pratica il mio progetto. Quindi ho iniziato a cucire sul tessuto elastico con le mie immagini stampate le parti del corpo fuori dall’acqua facendole uscire materialmente"

Rebecca Horn quotazioni gratis e intervista

L’esperienza leggendaria delle Body Extensions, analisi poetica e spietata della vulnerabilità del corpo e del desiderio di accrescerne le capacità sensoriali. Poi, le tappe innumerevoli di un cammino di ricerca a trecentosessanta gradi: dal cinema alla musica, dal teatro alla poesia. Ma sempre rifiutando comode etichette. Rebecca Horn si racconta in un’intervista a Stile