In particolar modo il numero dei buchi aumentava in corrispondenza degli affreschi, perché la carbonatazione degli stessi porta all'ottenimento di una superficie più liscia e scivolosa rispetto al muro. Pertanto la malta di copertura sarebbe scivolata a terra se la superficie dell'affresco non fosse stata "scavata, permettendo alla malta di aggrapparsi. La presenza di numerose scalfitture negli antichi dipinti parietali dimostra che l'opera è stata recuperata con la rimozione di una copertura o più coperture di intonaco, realizzate nel tempo.
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I modi di dire dialettali, ascoltati in zone della penisola in cui non erano stati prodotti, portarono spesso a una sintesi e un accomodamento del suono assegnando ad essi un significato diverso da quello originale. E' il caso del soprannome Sodoma, attribuito all'artista piemontese del Rinascimento dai suoi nuovi concittadini toscani e romani. Molti collegano il nome Sodoma a una dimensione di peccato biblico legato agli eccessi sessuali di natura omoerotica. Ma la spiegazione dell'origine del soprannome dell'ottimo pittore di matrice leonardesca pare non sia collegata al sesso
Per restare a un piccolo tratto del Novecento: potete immaginare Bonnard senza Marthe (sono almeno 146 i dipinti e circa 717 disegni in cui appare)? Dalì, senza Gala? Picasso senza Fernande, Dora, Jacqueline? Monet senza Blanche? Renoir senza Gabrielle? Maurice Denis senza Martha? Maillol senza Dina Vierny? Vuillard senza Misia? Giacometti senza Annette?
Siamo certi che Leonardo da Vinci fosse vegetariano, grazie a una lettera dell'epoca. E questo non per motivi medici o speculazioni intellettuali legate alla salute, ma per pieno rispetto di quei piccoli fratelli, ai quali un giorno sarebbe stato attribuito un ruolo paritario, nel rispetto alla vita. Quindi una scelta puramente etica. La vita appartiene ad ogni creatura, pensava evidentemente Leonardo, e a Dio. Nessuno può toglierla agli altri. La testimonianza ineccepibile della pratica vegetariana in Leonardo è conservata in una lettera inviata da terre lontane
I Giardini di Bomarzo, chiamati anche Parco dei Mostri è un complesso monumentale nella città di Bomarzo in provincia di Viterbo, nel nord del Lazio. Sono costituiti da un parco alberato, situato in una valle dominata dal castello degli Orsini, e popolato da sculture, piccoli edifici e ornamenti architettonici come ciotole, urne o obelischi distribuite tra la vegetazione naturale.
Sia la storia della creazione dei giardini che le sculture di interpretazione e testi incisi qua e là nel parco, sono ancora oggetto di polemiche tra gli storici.Pier Francesco Orsini detto Vicino Orsini (1528-1570), avrebbe avviato i lavori attorno al 1550. Alcuni storici ritengono, tuttavia, che il nucleo del progetto di quel luogo straordinario sia stato fatto realizzare dal,padre Giancorrado Orsini,
Nel centenario della riconsegna della Gioconda (1913-2013) Stilearte ripropone una preziosa intervista esclusiva che ebbe con a Celestina Peruggia, figlia dell'autore del "colpo del secolo", scomparsa nel marzo 2011 . La signora Peruggia rispose alle domande,, senza reticenza.