La statua venne dedicata alla dea probabilmente da una personalità importante in qualità di ringraziamento (ex voto) per un successo militare e poteva forse essere esposta all’interno del tempio o in un edificio pubblico della città, probabilmente il Capitolium stesso (isolata, o forse associata alla figura maschile il cui nome era riportato sullo scudo che la Vittoria tratteneva).La figura della Vittoria alata è ben documentata nell’arte romana, soprattutto su monete e rilievi di età imperiale. Il tipo costituisce una variante di una statua della fine del IV secolo a.C., l’Afrodite cosiddetta Capua, raffigurata mentre si ammira seminuda nello specchio che tiene tra le mani.
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Il transito dal Manierismo al Barocco sulla facciata della chiesa dedicata ai Santi patroni di Brescia. Le statue fungono da calendari stilistici, fino all’esplosione gioiosa degli angioletti mossi dalla nuova primavera romana
Il padre dell’eroe delle Dieci giornate passò dalla sartoria al restauro dei dipinti, lavorando anche per il re di Prussia. Era partito come soldato del generale Lechi dal quale un giorno fu chiamato a palazzo…
Un viaggio di immagini tra i capolavori del Duomo Vecchio di Brescia o Rotonda. L'interno dell'edificio, la tomba di Berardo Maggi, la splendida architettura romanica, la Cappella delle Santissime Croci, la cripta
Il gruppo è così costituito: al centro c’è la statua della Giustizia incoronata, con la bilancia in mano, ed ai lati due personaggi che, dalle fattezze, appaiono importanti. Alla sinistra della Giustizia abbiamo un uomo con la berretta podestarile e il vestito abbottonato che indica con la mano la Giustizia stessa, mentre a destra c’è un’altra figura, che potrebbe essere il capitano del popolo o un assessore, e che pure indica la Giustizia
In Broletto sono rimasti soltanto preziosi lacerti di un grande ciclo decorativo che, in nome di San Giorgio, di Cristo e della Madonna, venne affidato al maestro del gotico internazionale. Nell’anno dedicato all’artista - protagonista di una mostra a Fabriano - Brescia dovrebbe valorizzarne la straordinaria presenza
Il pittore bresciano fu abilissimo nei ritratti a lume di candela, rivelando sorprendenti analogie con i maestri del Nord Europa, da cui si distaccava però in virtù della ricerca della verità psicologica dei personaggi effigiati
Alla riscoperta delle tracce della presenza in città ed in provincia delle opere eseguite dalla nota famiglia di pittori cremonesi del Quattrocento e dalla loro bottega
Maestro del Rinascimento nell’Italia settentrionale, l’autore si formò in un ambiente gotico, ma seppe indicare la via del rinnovamento in direzione di un’arte che avrebbe cantato le cose umili. Brescia celebra con una grande mostra il pittore degli Sforza