La Zaffera, una tecnica di decoro che risale al primo ‘400 di un punto di blu quasi nero, trae origine dalla stilizzazione della foglia di quercia, e rappresenta il primo vero passaggio verso la policromia e l’innovazione della ceramica a Montelupo
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Uno studio recentissimo rende conto dei contenuti degli oggetti simili a grosse trottole. Sigillati da resine, alcuni di questi contenitori presentano una miscela che non è polvere da sparo. Un'evoluzione del "fuoco greco"?
Il kintsugi o kintsukuroi è una pratica artistica e filosofica giapponese. Significa "riparare con l'oro". Siddartha di Hermann Hesse operò in modo analogo. Valorizzò le sue ferite
Il titolo "In bianco" non è soltanto un facile richiamo alla purezza e all’essenzialità cromatica della porcellana, ma sottintende un approccio mentale che questo prezioso materiale, sempre più amato dagli artisti e ricercato nei circuiti delle gallerie, dei musei, del collezionismo, dell’arte pubblica, ancora oggi suggerisce: un candore che appartiene alla pagina ancora da scrivere, alla tavola da imbandire, alla parete da allestire con arredi e opere d'arte, a una distesa innevata su cui ancora non si è posata un'impronta
Le forme classiche del servizio da osteria dominano largamente il repertorio delle produzioni, ovvero pentole, brocche, ciotole carenate e mortai. Oltre a questi canoni classici, esistono anche diverse forme ricorrenti come tazze, lampade, bottiglie o coperchi. Da segnalare la presenza di alcuni pezzi eccezionali come una brocca con doppio manico o vasi in miniatura, che evocano prove o ordini specifici
Conclusa la campagna di scavo 2021 coordinata dal Museo archeologico della Valsabbia. Copioso materiale ceramico sull'antico fondo del lago sul quale vennero piantati i pali per il villaggio. I reperti risalgono al 2034 A.C
Ogni mela è un pezzo unico e irripetibile, realizzato con l'argilla e con una complessa lavorazione di finitura. Chiodi antichi, glitter, incisioni e smalti da carrozziere completano l'opera.
È un lavoro condotto negli Archivi, quello che ha consentito di individuare le sedi dove i tesori parmensi sono stati “collocati”, riportandoli a casa sia pure per il solo tempo della mostra. Queste opere raffinate e di qualità altissima evidenziano come il gusto alla corte dei duchi di Parma si fosse plasmato in pieno accordo con i modelli francesi sviluppati nel Settecento, quando ricchezza decorativa e desiderio di ostentazione accompagnavano l’allestimento delle tavole del vecchio continente.