Fondazione CESVI e il fotografo Fabrizio Spucches, dal prossimo 5 novembre presentano all’Acquario Civico di Milano la mostra dal titolo THE LAST DROP a cura di Nicolas Ballario, un racconto emozionale e sfrontato che fa emergere due delle più grandi problematiche sociali dei nostri giorni
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Modella, fotografa, musa, prima donna reporter di guerra a documentare gli orrori dei campi di concentramento liberati dalle truppe americane, icona del Novecento. Lee Miller è stata tutto questo e molto di più, ha attraversato la vita con passione e determinazione. E la vita l’ha ricambiata con amore e amici, ma anche con dolore e riconoscimenti postumi o quanto meno tardivi. Ora una mostra renderà giustizia a questa donna tanto bella quanto brillante e talentuosa togliendola dall'ombra di Man Ray che l'ha sempre accompagnata per svelare il loro rapporto profondo quanto complicato in maniera più oggettiva: Man Ray, prima suo insegnante, poi amore e infine grande amico.
Il lavoro di ordinamento dell’archivio di Sekiya, conservato a Tokyo, ha portato alla luce fondi fotografici su architetti fondamentali per l’architettura del XX secolo, a partire da quello immenso su Otto Wagner, probabile inizio di un lavoro ancora più complessivo su tutta la scuola viennese
Protagonista assoluta pertanto sarà la montagna osservata, vissuta e raccontata dai grandi interpreti dell’Agenzia Magnum Photos: Steve McCurry, Robert Capa, Werner Bischof, Elliott Erwitt, George Rodger, Herberst List, Martin Parr, Eve Arnold, Ferdinando Scianna e altri ancora. Dalle storiche fotografie degli anni Cinquanta sino ai giorni nostri.
Alla base del Festival, come sempre, ci sono storie e racconti molto spesso intimi, altre volte più aperti e sfacciati ma in entrambi i casi con l’obiettivo di stimolare punti di vista nuovi e una riflessione sulla complessità del mondo e dei fili che intrecciano i suoi abitanti ai quattro angoli del pianeta. Molteplici sguardi sulla contemporaneità attraverso il medium della fotografia, per interrogarsi sul ruolo delle immagini e della cultura visiva in questo particolare momento storico.
Splendide immagini, in cui la lavorazione appare graffita o coglie sulla "lastra" gli effetti di improvvisi temporali. Irma Haselberger, la fotografa della pioggia, vive e lavora a Vienna, in Austria. Ha lavorato come artista e architetto a Vienna per 25 anni. Principalmente il suo obiettivo è la fotografia di strada urbana, all'interno della quale interagisce con chi li circonda. La pioggia costituisce l'elemento di sorpresa e di movimento, all'interno delle foto. L'imprevisto all'interno di un quadro che, normalmente, offre una geometrica staticità
La rassegna attraversa l’intera carriera del grande fotografo siciliano e si sviluppa lungo un articolato percorso narrativo, costruito su diversi capitoli e varie modalità di allestimento. Il percorso espositivo vede anche una sezione speciale dedicata a Leonardo Sciascia e un’altra, la “Bibliografia”, con una selezione dei libri di Scianna: dal primo, “Feste Religiose in Sicilia”, divenuto raro e prezioso nel tempo, fino alle ultimissime pubblicazioni
A Parma, nelle sale di Palazzo Pigorini, va in scena il racconto fotografico di Paolo Simonazzi dedicato al Po e ai territori che attraversa: un’indagine sulle sottili trame identitarie legate al maggior fiume italiano, evocato attraverso l’immagine del filo, elemento ricorrente negli scatti e metafora di “cucitura territoriale”.

Vivian Maier, gli scatti inediti della grande fotografa che andava a caccia di immagini nelle strade
Oltre ai ritratti, Vivian Maier si concentra sui gesti, redigendo un inventario degli atteggiamenti e delle posture delle persone fotografate che tradiscono un pensiero, una intenzione, ma che rivela la loro autentica identità. Le mani sono spesso le protagoniste di queste immagini perché raccontano, senza saperlo, la vita di coloro a cui appartengono. La mostra a Torino
La mostra a Riccione fino al 22 aprile. Elliott Erwitt (Parigi, 1928) è un fotografo statunitense specializzato in fotografia pubblicitaria e documentaria, noto per i suoi scatti in bianco e nero che ritraggono situazioni ironiche e assurde di tutti i giorni. Seguì lo stile di Henri Cartier-Bresson, maestro nel cogliere l'attimo decisivo