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Posts published in “Fotografia”

Le fotografie di Gregory Crewdson: le pulsioni oscure, come in un film, meglio di un film

Le opere di Crewdson - uno dei fotografi contemporanei più geniali e visionari che assumono un ruolo più vicino a quello di un regista sul set di un film - appaiono come dei «fermo immagine» ad alta risoluzione tratti da film hollywoodiani, oppure ambientate nell'America suburbana, rivelando come citazioni, riferimenti e motivi ispiratori più immediati i film e i miti di Hollywood (per alcune delle sue serie l’artista ha ingaggiato, nel ruolo di interpreti, star del cinema come Gwyneth Paltrow, Julianne Moore e William H. Macy, immerse nel grande anonimato delle vaste periferie del microcosmo indifferenziatro delle «any town»)

Vedere la capanna di Gauguin. Come funziona un ologramma in una mostra d'arte. Il video

Cosa vediamo, quando viene proiettato un ologramma? L'esempio più vicino alla nostra quotidianità è l'immagine di un paio di occhiali o di una carta o di un qualsiasi oggetto appoggiato al cruscotto dell'auto, quando c'è il sole. Con un effetto strano, noi vedremo quel paio d'occhiali o quella carta proiettati, a causa dell'inclinazione della superficie trasparente eppur riflettente del vetro, sospesi nel vuoto davanti all'auto, quasi sulla strada. Quindi un'immagine fantasmatica che non sembra poggiare a nulla. Con il riflesso e un vetro inclinato era già possibile creare immagini fantasmatiche, che ora sono divenute anche tridimensionali e che vengono proiettate, nel "vuoto" formando una realtà rafforzata e parallela

Kalliope Amorphous, autoritratti tra divinità e mortalità. Con tecniche strane. Il video

Kalliope Amorphous esplora la natura fluida dell'identità attraverso la fotografia di autoritratto. Crea i propri processi e metodologie alternativi utilizzando l'illuminazione alternativa, oltre a sperimentare tessuti, superfici, specchi e tecniche di distorsione all'interno della fotocamera. Gran parte del lavoro di Amorphous utilizza riflessi, sfocature e esposizioni multiple per guidare lo spettatore attraverso i temi dell'identità, della mortalità, del tempo e della mitologia

Julia Margaret Cameron – Classe 1815, grande fotografa dall'anima femminista

Dotata di un notevole occhio pittorico, influenzata compositivamente dal'atmosfera preraffaellita che permeava l'immaginario del suo tempo, Julia Margaret Cameron, delicata e sensibile signora della buona società inglese, nata nel 1815, anno del Congresso di Vienna a Pattle, è considerata una delle migliori ritrattiste dell'Ottocento, per quella sua capacità di trovare, in lunghe estenuanti pose dei suoi soggetti, le posture e le espressioni che meglio esprimessero la personalità dell'effigiato

Martina Hoogland Ivanow, estranei a sé e al mondo. Poesia e malinconia. Gli scatti dell'autrice

Il tormento di non aderire. Di scomparire sul fondale di un divano, d'essere invisibili agli altri. D'essere parti di un tutto sommamente insensibile. Come un fumo, una sostanza diafana, come un'ombra priva di un soggetto che la proietti. Di rilievo, le fotografie di Martina Hoogland Ivanow, fotografa-artista svedese, che lavora sul concetto di estraneità esistenziale, lungo una linea di malinconia e dolore che percorre l'arte scandinava e che caratterizza anche i giovani fotografi di quell'area geografica, che penseremmo felice, poichè là "tutto funziona". E se la tecnica si fosse sostituita al piano metafisico?

Il bacio. E' un'istantanea o una foto in posa? I segreti di Doisneau, il Prévert della luce

Quella che Doisneau ha tramandato ai posteri è l’immagine della Parigi più vera, ormai scomparsa e fissata solo nell’immaginario collettivo; è quella dei bistrot, dei clochard, delle antiche professioni; quella dei mercati di Les Halles, dei caffè esistenzialisti di Saint Germain des Prés, punto d’incontro per intellettuali, artisti, musicisti, attori, poeti, come Jacques Prévert col quale condivise, fino alla sua morte, un’amicizia fraterna e qui presente con uno scatto -Prévert au guéridon- che lo ritrae seduto al tavolino di un bar con il suo fedele cane e l’ancor più fedele sigaretta. L'appuntamento espositivo di Lecco

I meccanismi costruttivi di Hopper svelati dalla fotografia

Richard Tuschman, ha ricreato ambienti e situazioni hopperiane, attraverso immagini di alto livello qualitativo. Non siamo di fronte ad una semplice operazione di mimetismo - che finirebbe nel punto in cui s'accende,per un attimo, il fuoco della curiosità, di fronte al coincidente - ma ad una ricostruzione dei meccanismi espressivi. La meccanica espressiva, l'uso attenuato del colore, come avvolto da un triste pulviscolo, la luce priva di gioia,le ombre allungate del crepuscolo o dell'alba - nelle fotografie appaiono acuite -e pertanto rendono ancor più evidente la costruzione hopperiana-. Perché, in fondo, l'olio e la tela, addolciscono, stipulano un contratto narrativo tra pittore e osservatore.

Nan Goldin, la Ballata della dipendenza sessuale. Ma l’amore è sempre malato? Le foto

Ha iniziato a fotografare -era ancora adolescente - a Boston nel 1960, poi a New York, a partire dagli anni 1970. Nan Goldin ha scattato fotografie intensamente personali, spontanee, sessuali, e trasgressive dei suoi familiari, amici e amanti. Dalle immagini che appaiono nel filmato emerge quel lato oscuro legato all'amore, che si basa sul possesso, quindi su una sorta di alienazione, che può esplodere in violenza.

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DDiarte, dipingere con la macchina fotografica quadri del passato mai dipinti

Il minimalismo pare travolto dalla possibilità della massa di scattare immagini. Così il fotografo deve inerpicarsi su cime espressive molto più complesse e praticamente irraggiungibili dai fotografi non professionisti. DDiarte cita rapidamente un quadro o un autore, ma successivamente, nello stesso scatto, ne riscrive composizione e scena. Si passa dalle atmosfere dei Trionfi del primo Rinascimento a di Pietro da Cortona e del barocco, da uno stile botticelliano a David. Buona parte delle opere sono affollatissime, con modelle e modelli in pose plastiche ed eloquenti, come nella tradizione barocca. Assistiamo a una riscrittura della storia dell'arte, affrontata con il massimo virtuosismo e la massima tensione espressiva, contenuta, al limite dell'esplosione, da un canone composto