Dalla pittura ellenistica alessandrina derivano le scene nilotiche romane, che sono caratterizzate da visioni panoramiche a campo lungo, con paesaggi d'acqua e di terra che si mischiano in una sorta di caos primigenio, come avviene nel delta del Nilo, pullulante di animali e di uccelli, di uomini - nella maggior parte dei casi pigmei -, in un coloratissimo melange di vita, di piante lussureggianti, di sabbie, di corsi primari e secondari, tutto descritto pittoricamente o, attraverso le tessere dei mosaici, con una tecnica che risulta, nella maggior parte dei casi, minuziosa
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200 capolavori del maestro provenienti dal Fonds Hélène e Edouard Leclerc. Tutti i suoi periodi sono rappresentati, quanto le sue donne, tra le Jacqueline Roque, l'ultimo amore della sua vita, che ha conservato preziosamente queste opere abbaglianti, consegnate per la prima volta al pubblico, a Landerneau
Nata nel 1975, a Oxford, Ione Rucquoi è una fotografa e artista concettuale che lavora molto sull'ossessione e sul rapporto irrisolto tra le giovani donne e il corpo.La libertà di sentirsi e di osservarsi, pare diventare un incubo legato alle interiora e a quanto la bellezza dell'epidermide nasconde. Anche l'angelicazione della maternità si trasforma nel sogno inquieto di partorire figure-altre, creature mostruose. Testimonianza delle enormi difficoltà di autopercezione di un equilibro tra la parte culturale e quella materiale, il tema è antropologicamente centrale nei nostri decenni - viene esplorato anche da Vanessa Beecroft - e perfettamente narrato da Rucquoi affinchè possiamo riconoscerlo e distaccarcene, in direzione di nuovi contrappesi.
La Camera del Correggio secondo l'interpretazione di Francesco Barocelli. Parole e immagini celebrano e orientano alla virtù la padrona di casa
Com’è noto, il mostro (datato alla fine del V secolo a.C.) appare ferito, la testa caprina sollevata verso un lato (dove doveva trovarsi, forse, in origine, la figura di Bellerofonte, che, secondo il mito, uccise la Chimera in un terribile scontro), mentre si ritrae sulle zampe posteriori, con il corpo in grande tensione che lascia intravedere la muscolatura e le ossa, la bocca spalancata, sofferente. La coda, serpentiforme, fu rinvenuta spezzata e ricreata ex novo nel XVIII secolo. L’iscrizione Tinscvil su di un arto ne indicò, da subito, l’appartenenza etrusca.
Dalla leggenda dell'unocorno, nem sappiamo che, nel materiale mitico, le ragazze in giovane età e vergini, potevano colloquiare con gli animali e placarne le ire o poterli catturare , grazie al fascino essercitato su di loro. Katerina Plotnikova è una fotografa che lavora a Mosca, Russia, che crea bellissimi ritratti onirici di modelli, in ambientazioni magiche, accanto a ogni tipo di animale, dai serpenti ai lupi, dalle volpi agli orsi. Plotnikova utilizza animali reali per i suoi servizi fotografici
Voglio bene agli animali perché li considero esseri indifesi, non protetti. Per questo li amo. Ogni vittima, ogni essere sopraffatto dalla prepotenza altrui gode di tutto il mio amore”. Così disegno, pittura e scultura diventano una dichiarazione di amore per la vita del più fragile; una vita più esposta alla crudeltà umana; una difesa fatta con gli strumenti eterni dell’arte