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Posts published in “I bambini nell’arte”

L’autoritratto “in famiglia” di Crespi. Un’istantanea straordinaria ed ironica

In una stanza dalla luce talmente soffusa da impedire il riconoscimento dell’ambiente circostante, presumibilmente il soggiorno, l’artista emiliano si effigia mentre è intento a trainare giocosamente un carretto di legno sul quale è posto, immerso in morbidi cuscini e calde coperte, il figlio minore, Luigi. Alle spalle del padre ecco Maurizio, il primogenito, che ritto a cavalcioni di un bastone, è intento a imitare un cavaliere sul suo destriero

Beato Simonino nell'arte – Quel bambino seviziato da maniaci e ucciso nel 1475

Un bambino di due anni, che abita a Trento, scompare il Giovedì Santo da casa. Tutti lo cercano. Il giorno di Pasqua alcuni ebrei segnalano al vescovo di aver visto il piccolo, morto nella roggia. Il suo corpo è seviziato e straziato; decine e decine di colpi di chiodo segnano la sua pelle; gli assassini gli hanno tagliato i genitali. E si scatena la rabbia contro gli ebrei. Ma quale verità può emergere dall'analisi delle stampe, degli affreschi e dei quadri?

Sciuscià o lustrascarpe nell'arte. Compreso Paperone. L'accesso al capitalismo. Prima immagine: 1580

Il piccolo lustrascarpe, di pelle nera, appare nell'affresco realizzato in un periodo compreso tra il 1578 e il 1582, a Milano, nella Certosa di Garegnano,  un paio d'anni circa prima dell'entrata in bottega da parte di Michelangelo Merisi.  Nell'Adorazione dei Magi, oltre ai tre personaggi indicati dalla tradizione cristiana, Peterzano inserisce il Mago proveniente dalle Americhe. Dall'etica statunitense del capitalismo al neorelismo italiano: bambini di colore o scugnizzi che scelgono la via della legalità

1552, il più grande re tennista della storia già a due anni esibiva la racchetta

La prima rappresentazione pittorica di una racchetta cordata è in questo ritratto del futuro Carlo IX all’età di due anni, risalente al 1552. L’opera sembra anticipare le propensioni del sovrano, che da adulto sarebbe diventato un incallito praticante di paume, l’odierno tennis. Nel 1572, quando gli fu comunicata la notizia dell’inizio della strage di san Bartolomeo, egli era appunto impegnato al Louvre nella sua attività preferita. Le cronache ci dicono che reagì urlando: “Sempre nuovi fastidi!” e scagliando lontano l’inseparabile racchetta

Le bolle di sapone nell'arte. Quadri meravigliosi di leggerezza e vanità. Ma non solo…

Simbolo della fragilità, della caducità delle ambizioni umane, della vita stessa, fin dal Cinquecento, le bolle di sapone hanno affascinato generazioni di artisti per quei giochi di colore che si muovono sulle superfici saponose, per la loro lucentezza, per la loro leggerezza. Ma non è stato solo un sogno inutile, di gioia infranta. Sulle bolle abbiamo costruito un mondo di trasparenze, abbiamo iniziato a fare i primi esperimenti del volo. Abbiamo visto la realtà apparente deformata da un'utopia realizzabile

Giovanni Santi e Isabella d'Este, storia del padre di Raffaello e di due ritratti perduti

Il padre del Divin fanciullo venne ingaggiato dalla Marchesa di Mantova. alla strenua ricerca di "un'effigie naturale". Il pittore lasciò Urbino, giunse nella città padana, impostò due tondi con i volti di Isabella e del cognato, ma fu costretto a rientrare nella città d'origine, a causa di una grave malattia. Quando morì, dopo pochi mesi, nessuno riuscì a trovare i due dipinti ai quali mancava solo l'intervento finale

Due bambini nel Grande Freddo. L'infanzia nordica nelle fotografie d'arte di Joakim Eskildsen. Il video

Un cielo plumbeo, costante. L'estremo freddo. La neve. Le case calde, il fuoco. Come vivono oggi, Hansel e Gretel, tra Finlandia, Germania e Danimarca? Joakim Eskildsen (Copenaghen 1971) ha documentato splendide scene di un maschietto e di una femminuccia, nella quotidianità. L'artista si è formato con la fotografa della Royal Court, Rigmor Mydtskov, ed ha studiato presso l'Università di Arte e Design di Helsinki, dove ha imparato l'arte del bookmaking con Jyrki Parantainen e Pentti Sammallahti. Collabora spesso a progetti con la scrittrice Cia Rinne e tra le sue pubblicazioni figurano Nordic Signs (1995), Bluetide (1997), iChickenMoon (1999), il portfolio al-Madina (in collaborazione con Kristoffer Albrecht e Pentti Sammallahti 2002) e il libro The Roma Journeys (Steidl 2007). Attualmente sta lavorando a tre progetti di libri fotografici e mostre, American Realities, Cuban Evolution e Home Works. Joakim vive e lavora a Berlino

Emilio Longoni, il pittore che studiò gioie e malinconie dell'infanzia, tra Ottocento e Novecento. Il video

I quadri più intensi di Emilio Longoni si riferiscono all'infanzia, ai giochi, ai momenti trasognati vissuti dai bambini e resi con una notevole penetrazione psicologica. Nel bambino egli vede ciò che siamo in potenza ma al tempo stesso quanto abbiamo perso in chiaroveggenza passando attraverso le porte strette dell'adolescenza e dell'età adulta. Il giardino perduto è in fondo è quello. Emilio Longoni  (1859-1932) nacque a Barlassina il 9 luglio 1859, quarto di dodici figli. Sin da bambino provava una grande passione per la pittura. Dopo aver finito le elementari, fu mandato a Milano per lavorare. Dal 1875 al 1878 frequenta l'Accademia di Brera, dove ha ricevuto molti premi

Gioielli di corallo nella pittura cinquecentesca. Proteggevano i bambini dalle streghe-vampire

E se Marsilio Ficino si limita a scrivere del pericolo: “E’ comune opinione che certe vecchie, che chiamiamo streghe, sugano il sangue de’ bambini, per ringiovanirsi quanto possono”, alla minaccia vampiresca (all’inizio strix è solo un uccello notturno succhia-sangue, ma in seguito diventa la strega propriamente intesa) le madri reagiscono adornando i propri pargoli con collanine e braccialetti di corallo per proteggerli dal male e infondere loro energia. Intanti ritratti di bambini appare questo amuleto che non ha soltanto un significato cristologico

Moses Levy. Donne e bambini. Le spiagge magiche e fatate degli anni Venti

Dall’intimo dialogo con Viareggio, città prediletta che più di ogni altra ne ha influenzato la sensibilità visiva, la Fondazione Matteucci maturò l’idea della mostra dedicata a quella lunga e felice stagione balneare, durante la quale nessun altro meglio di Moses Levy è riuscito a tradurre l’immagine scintillante e ruggente di una società vacanziera e mondana, al passo con i tempi. Sono gli anni che vanno dal primo conflitto mondiale alla grande depressione, ma ad un quadro tanto drammatico la sua vena creativa reagisce decisamente controtendenza con opere fondamentali, destinate a definirne la fisionomia europea.