Il viaggio per Albrecht Dürer fu una condizione fondamentale della sua esistenza. S'era formata in lui l'idea che non bastava lavorare sulle stampe che circolavano in Europa per essere un buon pittore. Così affronto due importanti viaggi a Venezia e innumerevoli spostamenti nella sua terra di origine. Sempre con fogli e acquerelli per riprese dal vero
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Una lettura suggestiva del paesaggio leonardesco della “Madonna dei fusi”, straordinariamente somigliante alle “profonde segature de’ fiumi” della dorsale del Pratomagno fra Arezzo e Firenze
La montagna sacra rappresenta il cardine immoto, il luogo di stabilità che risulta il perno attorno a cui tutto passa e scorre. Sulla sua cima il tempo è fermo e immutabile, mentre il resto scorre
Stile Arte ripropone un proprio importante incontro con Annie-Paule Quinsac, massimo studioso al mondo dell'artista, curatrice del Catalogo Generale (1982) e della raccolta delle lettere (1985), nonchè di numerose mostre in Italia e all'estero. La Quinsac: "Egli seppe conciliare simbolismo e dato naturale, perchè nella sua psiche erano una cosa sola". Le odierne quotazioni del pittore trentino
Il norvegese Knud Baade (28 marzo 1808 - 24 novembre 1879) dipinse soprattutto ritratti e paesaggi notturni. Egli è particolarmente noto per i suoi dipinti al chiaro di luna che sono caratterizzati da forti contrasti drammatici tra luce e ombra. La sua poetica è romantica.Come ben ricordiamo la luna è presente come divinità lattescente misteriosa, in numerose opere dell'epoca. A partire dal nostro Leopardi, per passare al melodramma - "casta diva" - e a Beethoven, solo per citare autori e soggetti a noi più popolarmente vicini. La luna induce meditazioni, sogni ad occhi aperti, porta a un approfondimento del significato dell'umanità sulla terra. E, quand'è piena, diventa un'entità inquietante, a noi difficilmente percebile con l'intensità con la quale si presentava ai nostri antenati. La missione spaziale che portò l'uomo sul satellite ne ha appannato, in gran parte il suggestivo mito.
L’embrione del paesaggio-autoritratto era dunque nato, ma il nuovo genere maturerà solo vent’anni dopo. Una “Terra Promessa” era stata però individuata, una montagna da scalare in totale solitudine, un percorso artistico che doveva mettere tutto il resto, anche la tradizione, in secondo piano. In altri termini, merleau-pontiniani, una “riduzione” fenomenologica. La fusione perfetta tra i due generi del paesaggio e dell’autoritratto, in presenza della quale non sarà più possibile distinguere tra soggetto e oggetto, tra “carne” dell’uomo e “carne” del mondo, avviene all’inizio del Novecento, precisamente ne “La montaigne Sainte-Victoire vue des Lauves” conservata al Philadelphia Museum of Art
Monet moltiplicò i segni che in Impression erano appena accennati, come quelli delle onde, e giunse a completare i quadri, passando da quello che era apparso reòlmente ai visitatori copme un bozzetto rapidissimo, a un'elaborazione più compiuta, più ricca di materia pittorica, come risulta dalle opere sottostanti. Interessante è il farro che,come in un treccia di fili per il cucito, il lettore potrà estrarre i fili cromatici, dal grande maestro.
Stile Arte intervista Maria Luisa Pacelli sul percorso inglese che conduce dall'immigrato Canaletto a Constable. Sono anni di acceso contrasto tra i vedutisti, che cantano gli spazi urbani della borghesia, e i cantori della campagna, ancora dominata dalla nobiltà feudale