Maometto II si era reso conto che questo scarto rispetto alla tradizione risultava indispensabile. Assumere un linguaggio figurativo significava poter interloquire con l'Occidente, a dimostrazione peraltro della funzione fondamentale dell'arte non soltanto nella politica, ma nella visione del mondo. Maometto II tentava un avvicinamento all'Europa che fosse pure mediatico, oltre che militare, dimostrando una certa elasticità nella comprensione dei linguaggi culturali iconici.
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Angelo Landi fu chiamato dal Ministero della Guerra a documentare pittoricamente le azioni dei militari italiani. Il colore dei dipinti diveniva così elemento di trasformazione epica delle infamie del conflitto in un orizzonte di traslate verità ricche di eroi e di abnegazione
14 agosto 1945. Di bocca in bocca vola la notizia della resa del Giappone. La guerra è finita anche per gli Stati Uniti. La gente esulta, si abbraccia, grida di felicità, anche in Times Square. Proprio nel momento in cui le strade e le piazze sono occupate da gente festante, il fotografo Alfred Eisenstaedt è sulla via. davanti a sè vede una scena che sarebbe divenuta memorabile; l'amore che vince la guerra. Un marinaio si avvicina infatti a un' infermiera la abbraccia, la piega fino a a baciarla profondamente per la gioia
Alla Casa natale di Mussolini, a Predappio, una mostra che analizza il rapporto tra creatività e regime - Giampiero Mughini a Stile: “Non è vero che dalla parte del fascismo non ci sia stata cultura: pensiamo, per quanto riguarda la pittura, all’adesione di grandi come Marinetti e Sironi” - Quando il Duce affermava: “L’arte dev’essere tradizionalista e moderna”, favorendo così tanto il Futurismo quanto il linguaggio classicista e monumentale del “Novecento” di Margherita Scarfatti.
La guerra delle immagini portò nel 1810 in America latina il plotone d’esecuzione al cospetto di una tela che raffigurava la Madonna di Guadalupe, simbolo del meticciato. Le vicende esplosive della pittura devozionale, tra Vergini armate e Signore apocalittiche
LA MOSTRA - Villa Contarini a Piazzola sul Brenta propone, dal 21 febbraio al 2 giugno, la più estesa mostra di disegni di Giuseppe Cominetti allestita in Italia dagli anni Trenta. Unico tema di questi potenti lavori è la Grande Guerra.
Il vecchio bunker tedesco dardeggia sole, onde frantumate, occhieggia d'azzurro, segmenta, da un lato, il blu marino e, dall'altro, l'oro del tramonto che brilla sulla sabbia. Questa splendida opera d'architettura e di land art ha permesso la trasformazione assoluta, in un riflesso, di un appostamento di guerra, sulla spiaggia di Dunkerque, in Francia. Un edificio miltare di 350 metri quadrati di cemento coperto da un artista francese da migliaia di specchi frantumati. L'artista è stato costretto, all'inizio, ad operare nell'anonimato più assoluto, come accadde per il writer inglese Banksy. "Sì - dice Ano Nyme a Stile Arte - Ho iniziato quest'opera senza autizzazione. La gente voleva conoscere il mio nome, così io rispondevo:Anonyme. E il nome è rimasto"
La rassegna, dal 22 febbraio al 25 maggio nello Spazio Esposizioni Temporanee in Corso Marrucino, 121, curata da Elena Pontiggia, comprende oltre cinquanta opere firmate Balla, Carrà, Léger, Grosz, Dix, Previati, Nomellini,..