Lievi, effimeri, delicati, cangianti, estremamente sensibili ai colpi di vento. E soprattutto, rossi. Abbiamo visto, in alcuni articoli precedenti, quanto Monet cercasse valori ottici cangianti, da fermare sulla tela. E così fu con i papaveri, con una motivazione addizionale. La pittura di paesaggio, con vedute naturali, risente normalmente della mancanza del rosso, che esiste, a livello di stesura pittorica sottostante nella forma composita di arancione o marrone. Ma le vedute naturali non si presentano mai vivide e uno dei motivi è proprio la mancanza del rosso intenso, dato quasi a corpo. Sappiamo che, per ovviare a questa carenza ottica. Turner, durante il vernissage di una mostra, aggiunse una boa rossa a una marina con navi, proprio per accendere il dipinto. E che in tanta pittura di paesaggio con figure, dell'Ottocento, gli artisti inserivano piccoli personaggi - macchiette - tra i quali, spesso, ce n'era uno con il cappello rosso. Questo proprio con il fine di contrastare il verde. Ora possiamo osservare, da qui con la "lente magica" le Champ de coquelicots, 1881 58 × 79 cm Musée Boijmans Van Beuningen (Rotterdam)
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Questo dipinto sintetizza due secoli di rare rappresentazioni di fragole tagliate isolate da pittori nordici e francesi, come Jacob van Hulsdonck, Adriaen Coorte, Louise Moillon, inclinando la concezione della natura morta verso la modernità
La svolta che Monet impresse alla propria pittura, passando dal paesaggio a campo largo, alla visione ravvicinata di porzioni di natura che preludono alla via dell'informale, fu consentita, oltre alle esigenze del pittore di rinnovare le modalità di rappresentazione dell'istante di luce, dal mercato della botanica che, proprio in quegli anni, si apriva all"invenzione", attraverso incroci tra specie esotiche e la bianca europea, delle ninfee colorate. In precedenza, da noi, questi fiori delle acque stagnanti erano nivei. Ma all'esposizione universale del 1889 Latour-Marliac, un possidente appassionato di giardini, presentò le nuove varietà, che conquistarono il pubblico e che gli valsero il primo premio nella propria categoria
TeamLab è un ultra-tecnologico gruppo di giovani creativi che ha creato quest'opera immersiva incredibile. Un connubio tra organismi viventi e digital art racchiusi nel museo di teamLab Planets. Cosa avviene all'interno di questo spazio magico
Il balsamo doveva imitare e potenziare il profumo dolce e salino, con sentore di miele, della donna, nei giorni fecondi. La chiave sarebbe legata al fatto che la pianta misteriosa aveva caratteristiche di rendere schiavi i maschi e, al tempo stesso, di ottenere effetti terapeutici
Alcune tombe avevano ancora corredi che includevano specchi, diademi, anelli, braccialetti, forcine per capelli, strumenti medici, cinture, coppe e lucerne, tutti elementi che fanno luce sulle persone sepolte nelle tombe, come il loro sesso, occupazione, abitudini ed epoca di sepoltura. Le testimonianze del culto cristiano
Nell'articolo, gli ingrandimenti consentono di vedere le singole pennellate. Egli si comportò in modo diverso rispetto ai colleghi impressionisti, pur tenendo conto dell'influenza reciproca dei colori
Fondazione Sacra Famiglia ha coinvolto artisti, designer e stilisti internazionali invitandoli a creare opere d’arte che rappresentassero fiori: saranno in mostra nell’Atrio dei Gesuiti presso la Pinacoteca di Brera di Milano
Nel momento in cui l'artista decide di lavorare attorno a uno spazio conchiuso, la pittura en plein air, sciolta e aperta, muta radicalmente e Giverny diviene un vero e proprio laboratorio pittorico, in cui il consueto paesaggio - inteso in maniera ottecentesca con impaginazioni a campo largo - si riduce, con il tempo, a campi medi e primi piani. Ninfee e glicini, nel laghetto di Giverny, sono pertanto una svolta concettuale nel mondo pittorico di Monet.