Loredana Nemes vive a Berlino dal 2001 quando ha iniziato il suo lavoro fotografico.
La serie "Beyond" parla di un incontro senza uscita. Viviamo tutti vicino a persone con le quali difficilmente comunichiamo. Ogni giorno attraversiamo luoghi che rimangono alieni e misteriosi. Per alcuni di noi, quelli potrebbero essere caffè turchi o arabi nei quartieri berlinesi di Kreuzberg, Neukölln e Wedding. Solo gli uomini entrano, bevono tè, guardano il calcio, conversano. Si siedono dietro i vetri smerigliati dei loro caffè maschili e lo sono inaccessibile, quasi invisibile, per le persone (letteralmente) che passano al di fuori. Cosa succede lì dentro? Cosa c'è da scoprire?
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Possibile che sia del genio di Vinci o che al genio un oscuro artefice abbia avuto l’ardire di mostrare la povertà della sua opera e che il genio abbia tenuto, sicuramente per poco, l’opera in mano? Le parole hanno tutte semantica e significato ben preciso e va da sé che leggendo il vocabolario si possono apprendere le diversità che intercorrono tra compatibilità e identità e questo malgrado le indicazioni di Arma e Università che in questo caso sembrerebbero essere indirizzate ad avvalorare la tesi del presunto autoritratto
Il giovane artista: "L'opera fa parte di una serie più vasta, riguardante il paesaggio e su come esso influisce su noi stessi. L'immagine presa in considerazione è una vecchia fabbrica nella Germania dell'est, pesante, scura ed immobile. Quest'opera, vuole disturbare la staticità, giocare con la percezione, togliendo peso e consistenza all'edificio. Attraverso il mio lavoro sulla tela, sovverto la realtà statica che percepiamo ogni giorno"
Grande fotografo e artista di video art, Bill Viola , come pochi, sa concentrare con modalità mitologiche e nei punti dell'archetipo, paure e comportamenti umani. Spesso interagisce con i personaggi, utilizzando l'acqua. In The Deluge passanti camminano con tranquillità davanti a un edificio appena restaurato, nella luce limpida dell’equinozio autunnale, impegnati in attività quotidiane. Il transito della gente progressivamente accelera, suggerendo allo spettatore l'arrivo inquietante di una catastrofe. Ecco, allora, alcune persone precipitarsi dalle scale per precedere l'ondata d'acqua che è pronta a travolgerli, dalle spalle. L'onda erompe e tutto travolge. Poi la violenza e la furia si placano e l’acqua lentamente si ritira, lasciando l’edificio intatto e la strada pulita: quando tutto è finito il sole risplende sull’asfalto asciutto.
Il percorso a Venezia.Fu Andy Warhol ad offrire a LaChapelle il suo primo incarico professionale fotografico per la rivista Interview magazine. Inoltre lavora per copertine e servizi fotografici di riviste, fra cui Vanity Fair, GQ, Vogue, The Face, Arena Homme e Rolling Stone. Il primo libro fotografico, dal titolo LaChapelle Land, permise al fotografo di far conoscere il suo stile: fotografie dai colori molto accesi, a volte oniriche, a volte bizzarre. Il successivo Hotel LaChapelle (uno dei libri fotografici più venduti di tutti i tempi) contiene svariati scatti di celebrità. Le sue foto sono descritte come barocche, perfino eccessive, caratterizzate dalla solita spiccata ironia.
Nel 1916 ebbe dalla prima moglie, la pittrice russa Angelina Beloff, un figlio che morirà l'anno seguente. Nel 1919 ebbe una figlia con l'artista Maria Marevna Vorobev (1892-1984), Marika Rivera Vorobev (1919-2010), che non riconobbe mai, ma che aiutò economicamente. Si sposò quattro volte. Nel 1929 si unì all'artista Frida Kahlo, nonostante continuasse ad avere numerose relazioni. Conseguentemente alle continue sofferenze sentimentali anche lei ebbe numerosi rapporti extraconiugali, comprese varie esperienze omosessuali. Il matrimonio precipitò nel 1939 e fu sciolto, quando Rivera ebbe una relazione con la propria cognata, sorella della pittrice. Nonostante Frida sapesse che Diego era sessualmente molto libero non sopportò quella forma di incesto. La Kahlo era però innamoratissima di Rivera e probabilmente lui di lei. Si risposarono nel 1940 a San Francisco. Ma il nuovo matrimonio non interruppe la vita sessualmente libera dei due, nonostante Frida avesse ambito ad un rapporto esclusivo con il marito
Nonostante in origine sia nata sulla base di una concezione di origine pagana riferita alla dea Venere, nel medioevo la chiesa cattolica la fa propria divenendo la principale promotrice di questo simbolo e favorendone, in questo modo, una sempre maggiore diffusione. Fra coloro che nel corso dei secoli lo hanno adottato ci sono anche affermati artisti. Molte infatti le opere in cui compare l’étoile, la stella. Tra queste, per esempio, si possono citare quelle di Filippino Lippi (1457-1504), figlio d’arte (il padre Filippo è stato anch’esso un pittore), che è solito dipingere sulla veste di Maria un piccolo segno dorato, la maris stella, appunto. Di modeste dimensioni, ma non per questo poco visibile, sembra risaltare quasi brillando di luce propria, attirando l’attenzione su di sé e sulla Vergine stessa.