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Posts published in “Performance”

Ti piacciono performance, arte e danza? Tutte le occasioni offerte da Santarcangelo Festival

40 tra performer, gruppi e compagnie per un totale di 96 repliche. La rassegna multidisciplinare diffusa a Santarcangelo di Romagna, per il secondo anno diretta dal curatore, drammaturgo e critico polacco Tomasz Kireńczuk, intende trasformare per dieci giorni il borgo medievale in una “città-festival”, affidando alle arti performative un’importante funzione: quella di essere spazio ibrido e stimolante dove sperimentare visioni alternative. Il corpo, insieme oggetto e soggetto dell'attività artistica, da fonte di discriminazione si trasforma in strumento di liberazione e punto di partenza per la costruzione della propria identità, alimentando la speranza di un futuro più equo e inclusivo in cui coesistere

1977, lo scandalo di Marina Abramovic e Ulay, trasformati in porte viventi. Il video

Si spogliarono. Si misero nudi sotto la porta d'ingresso principale della Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna. Con la schiena contro lo stipite, si guardavano negli occhi restando a una distanza - obbligata - di poche decine di centimetri. E il pubblico? Doveva scegliere se entrare o andarsene. E se fosse entrato sarebbe stato inevitabile il contatto con i corpi nudi. E scelta l'entrata, come in un gioco, dovevano scegliere se trovarsi incollati e sfiorare il volto a lui o a lei. La performance "Imponderabilia" (1977) entrò immediatamente nelle Memorabilia, le cose da non dimenticare nel campo dell'arte e del costume

Bolin, l’artista che diventa invisibile, agli Uffizi e a Palazzo Pitti. Le foto di uno straordinario mimetismo

Proprio in questi giorni l’artista cinese e il suo team sono impegnati tra la Galleria degli Uffizi e Palazzo Pitti, scelti quali prime location del programma performativo/espositivo di Bolin. La presentazione del progetto al pubblico internazionale è prevista il prossimo anno: nel suo ambito è inclusa anche la donazione di alcune opere alle Gallerie

Santarcangelo Festival, vetrina sulle arti performative contemporanee dall’8 al 17 luglio

Oltre 40 tra artiste, artisti, gruppi e compagnie per un totale di oltre 170 repliche: Can you feel your own voice offrirà per dieci giorni un programma ricco e articolato, in grado di restituire lo stato attuale delle performing art, attraverso le più innovative pratiche della scena emergente globale e numerose presenze internazionali per la prima volta in Italia

L’arte senza oggetti diviene opera d’arte vivente. Performance di Tino Sehgal con 45 ballerini a Bologna

Il cuore della città fa da cornice ai corpi dei performer che si muovono nello stesso spazio del pubblico, che diventa così, oltre che fruitore, anche protagonista di questa vera e propria coreografia umana, ricca di riferimenti alla storia e al passato

Stefania Zorzi, Mädchenspiele, Giochi di bimba. Sangue, sogno ed eros dolce e sacrale. Le immagini

Ci troviamo all'improvviso alla scoperta di un vecchio mausoleo, tra fili e ali di farfalle, o nel sogno di Cenerentola, con una zucca trainata da un topo, o come un uccellino in soffitta, tra gabbie e reti.
Il mondo viene riscoperto, sperimentandolo in modo nuovo, attraverso avventure come passaggi di crescita individuale. E così le fotografie di Zorzi – in luoghi apparentemente quotidiani e mutevoli, con indosso la veste bianca o con scarpette rosse – senza l’intento di una rappresentazione descrittiva delle fiabe, ma utilizzandone il linguaggio simbolico e la funzione, vanno a toccare il nostro lato inconscio aprendo scrigni nascosti nell’anima. Il finale della fiaba rimane aperto

Danzare la pittura. Quando la tela impressiona la ballerina. Convergenza coreografi-artisti

Il fotografo Laurent Paillier e il critico di danza Philippe Verrièle sono gli autori di Danser la peinture (Scala New Editions). In questo libro che combina fotografia e saggio, scavano insieme un legame originale tra danza e arti visive, che si distribuiscono in undici movimenti o incontri. Perché il loro concetto di base è qui: mettere a confronto un coreografo con il lavoro di un artista visivo e invitare il primo a progettare una danza, una performance, in risposta al secondo. Lawrence Paillier ha poi fotografato ognuno di questi scontri e Philip Verrièle ha analizzato, con un saggio critico, la risultanza di queste esperienze, al fine di delineare, in ultima analisi, "un'arte ballo contrehistoire", per citare il sottotitolo del loro libro

Lavoro a maglia nell'arte. Una coperta concava diventa bozzolo. Kimberley Emeny. Il video

Kimberley Emeny è un'artista e curatrice euristica - finalizzata alla ricerca e alla scoperta di nuovi orizzonti semanatici e formali - nel nord-est dell'Inghilterra. Le opere 2D e 3D di Emeny esplorano temi di illusione spaziale. I suoi dipinti e disegni sono spesso concepiti attraverso un antagonismo tra ordine e caos. Nell'ambito del lavoro di Emeny, usa il suo corpo come paesaggio per creare immagini simboliche che si oppongono ai concetti occidentali di normalità, affrontando le angosce sociali e spingendo oltre i confini personali, usando la modificazione del corpo e gli oggetti di scena. Le sue interpretazioni esaminano vulnerabilità, alienazione, identità, ramificazioni rituali e sociologiche del ciclo biologico femminile

Yves Klein. Blu. Anthropométrie de l'époque bleue (1960). Ecco il video cult

Precursore e forse "inventore" della body art, Klein (Nizza, 28 aprile 1928 – Parigi, 6 giugno 1962) contribuì a quell'azione di sfondamento dei valori plastici borghesi e tradizionali, attraverso azioni provocatorie e una non-arte, che favorì la connessione tra ricerche pittoriche e design, tra arte e contestazione politica, tra astrazione assoluta e pensiero metafisico. Proprio per la programmatica dissoluzione della prigionia della forma lavorò a monocromi o mono-toni. Fu nel 1956 che creò «la più perfetta espressione del blu», un oltremare saturo e luminoso, privo di alcuna alterazione, poi da lui brevettato col nome di International Klein Blue, che però non venne mai prodotto a livello industriale

Prima e dopo. Vestita e nuda, forbici e fili. Taglio. Per ritrovare la sorella morta. Hilla Kurki. Il video

Racconta: "Esistono solo due tipi di storie: dalla vita alla morte e dalla morte al mondo dei vivi. Dopo che mia sorella è morta, ho sentito di essere intrappolata in un limbo, nell'aldilà, che apparteneva a qualcun altro. Non l'ho solo persa, mi sono persa. La serie Of Loss and Lightness narra una storia di navigazione attraverso il dolore. Usando il mio corpo e gli abiti della mia defunta sorella, esamino la relazione tra ricordi e materiali. Gli oggetti possono contenere emozioni? E si può accedere a queste emozioni racchiuse intervenendo sulla loro materialità?"