La formazione nella bottega dei fratelli Giulio e Antonio, la svolta autonoma, i contatti con i Fiamminghi. Pagliaga: "Ritengo che Vincenzo fosse soprattutto interessato alla dimensione ironica e grottesca evocata dai personaggi popolari del mondo contadino, che inseriva nei suoi dipinti esaltandone gli aspetti più rozzi e in qualche modo 'volgari'".
Posts published in “Pittura antica”
Il 14 giugno 1559 Orazio Vecellio, figlio del sommo Tiziano, viene pugnalato a Milano dallo scultore Leone Leoni, e, gravemente ferito, riesce a stento a salvarsi dalla furia dell’assalitore. Quali le ragioni del gesto delittuoso e all’apparenza inspiegabile? Lettere, testimonianze, verbali di polizia ci consegnano una verità dalle molte facce, ogni volta diversa. Finché spunta la pista legata a quattordici
dipinti misteriosi svaniti nel nulla…
TRUFFE D'ARTE - L’alchimista Federico Gualdi, ritenuto possessore del segreto dell’eterna giovinezza, appare in una tela attribuita a Tiziano. Ma l’artista era vissuto un secolo addietro… Cronaca di un gioco che passa dalla pittura per arrivare all’oro
Il fiore risulta molto evidente a un’osservazione ravvicinata della superficie pittorica. Esso è una tenera viola primaverile, uno di quei nastri prodigiosamente esili e freschi che sbucano con la silenziosa prepotenza dei timidi tra i cespi ancora vizzi dell’inverno.
In un periodo non precisato, compreso tra il terzo e il quarto decennio del Trecento, Stefano fiorentino, uno dei migliori allievi di Giotto (darà il nome del maestro a suo figlio, lui pure pittore di vaglia, e noto con l’appellativo di Giottino), lascia la Toscana per raggiungere Milano, chiamato da Matteo Visconti, che gli affida numerose ed importanti commissioni. Tornerà a Firenze per problemi di salute (“essendosi per la mutazione dell’aria ammalato”, scrive Vasari), e qui morirà, sembra nel 1350
Dolce come Raffaello, intenso come Giorgione. Moretto visse profondamente la pittura come una sorta di preghiera e di omaggio religioso all'uomo e a Dio. Tecnicamente dotatissimo, innovatore in alcune scelte impaginative, attualmente è meno amato del graffiante Romanino, ma rivela sempre una grazia apollinea di primaria grandezza
L'ARTE E L'ESOTICO. Nel tempo, il turbante viene utilizzato in pittura anche al di fuori del contesto originale, saldandosi alla tradizione delle “teste di invenzione”...
Un numero limitato di quadri (molti ne restano da scoprire) e una forza moderna nella rappresentazione. Il genio della scultura e dell’architettura lavorava con modalità lontane dal presagio dell’“istante” impressionista. i contemporanei giudicarono di alta qualità il lavoro svolto dal Bernini pittore, al punto che Giovanni Baglioni, pur indicando soprattutto le virtù scultoree e architettoniche del Maestro, non tralasciò di ricordare che "anche mostra il suo talento in cose di pitture, e molte opere per Roma sono testimonio del suo valore". "Il ritratto berniniano - scriveva Claudio Strinati nel catalogo "Gian Lorenzo Bernini, regista del Barocco" - (...) è vivido e intenso. La pittura confina sempre con lo sbozzo, o perlomeno con una stesura non preoccupata di arrivare all'estremo raffinamento della forma. Sono tipici, infatti, nei ritratti berniniani le pennellate sovrapposte, le stesure piccole grumose, il disegno costruito con il colore stesso, il bel contrasto degli incarnati.