Camillo si forma studiando proprio con il padre, pittore affermato e attivo a Bologna. In seguito allarga i propri orizzonti e si accosta all’arte di Bartolomeo Passerotti e Pellegrino Tibaldi. Insostituibile per lui l’insegnamento di Barocci e Zuccari, così come quello del Correggio: Procaccini resterà colpito soprattutto dai suoi notturni
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Quale fu il rapporto tra i grandi pittori e il denaro? La storia ribalta la diffusa credenza che i maestri più celebri non fossero pagati con dovizia. Michelangelo ebbe sostanze pari a 50 milioni di euro. Raffaello partì con un’ottima eredità. Sostanze da divi hollywoodiani e gestioni spesso dissennate. Quando l’arte supera il concetto crociano della gratuità dell’espressione
Quando il foglio veniva messo di sbieco, il disegno tratteggiato dalla luce si allungava a dismisura sul muro. A questo punto il pittore si avvicinava alla parete e, con un carboncino o una punta, ricalcava la proiezione luminosa, imprimendo sul muro le linee anamorfiche. Il disegno scorciato appariva così allungato da risultare incomprensibile a una vista frontale. Il pittore colorava poi il volto stesso e, per mascherare ulteriormente la fisionomia, dipingeva frontalmente piccoli cespugli, animali, oggetti che avevano il compito di creare un paesaggio apparente
Sensibile interprete di una variante intimista dell’arte bolognese del ’600, autrice di opere bellissime attribuite però ad altri, su Ginevra Cantofoli sembrava calato l’oblio. Ora la riscoperta, grazie a trenta dipinti ricondotti alla sua mano
Miracolosamente recuperata nel solaio del duomo di Pavia la grande tela del pittore piemontese che oramai si credeva perduta per sempre. Dal restauratore Gian Maria Casella il racconto del complesso intervento di ripristino dell’opera secentesca
I suoi modelli indossavano stoffe dei dannati. Le nuove scoperte compiute da Anelli rispetto a questo pittore che, trasferitosi a Milano, mutò registro, facendo degli accattoni il centro nodale del suo interesse e divenendo incunabolo dell’arte del Pitocchetto
Cresciuto nella bottega del padre che gia' deteneva il monopolio pittorico a Venezia, Giovanni indirizzo' l'arte della Serenissima ad uno straordinario colorismo - Con Giovanna Nepi Scire' entriamo nell'atelier del maestro.
Dipinti come scene teatrali dalle quali emergono, dal profondo dell’ombra, idee antiche e certezze moderne, incontri e situazioni che probabilmente l’artista non riuscì ad amalgamare per raccoglierli in un tutto compiuto e coerente. Forse dovremo fare i conti, a proposito del Merisi, con quel “non detto” che ci costringiamo a colmare con documenti, congetture e punti di vista che non possono avere che soluzioni parziali, affascinanti e provvisorie
Ogni passo all’interno della semplice struttura iconografica di Giorgione sembra dischiudere un autentico labirinto. Ecco le spiegazioni del capolavoro fornite in cent’anni di storia dell’arte. Ma tutte sembrano aderire solo parzialmente alla scena rappresentata
Vittorio Pirami, ex dirigente della Fininvest oggi in pensione, che dilettandosi in una ricerca sui pittori operanti a Milano nel XVII secolo, ha trovato un documento, tra quelli conservati nell’Archivio Diocesano, che attesterebbe la nascita di Michelangelo Merisi proprio a Milano