Andy Warhol diede una forma linguistica semplice, compiuta e riproducibile al linguaggio americano dell'arte, che presto divenne universale. In fondo questo ottimo grafico pubblicitario non di discostò mai dalla propria matrice professionale. E l'America scoprì che la propria espressione artistica poteva essere più legata alle forme di articolazione pubblicitaria che alle complesse - e per certi aspetti tormentante - forme di rappresentazione dell'io in ambito europeo. La lingua di Warhol è usata al plurale. Noi siamo la patria di Marilyn. Noi abbiamo inventato la Coca -Cola. La nostra zuppa è comoda e sfama il mondo
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Kiki Kogelnik (1935-1997) è stata una delle principali protagoniste della cultura pop. Pittrice e scultrice austriaca. Kiki aveva studiato all'Accademia di Belle Arti di Vienna e si era trasferita a New York nel 1961, in un periodo cruciale in cui si creavano i presupposti per un'affermazione mondiale dell'arte americana. Iniziò come astrattista, sotto l'influenza di
Serge Poliakoff dell'Ecole. Kogelnik era vicina ad un altro espressionista astratto, l'artista americano Sam Francis, e trascorse con lui, nel 1961, alcuni mesi a New York e a Santa Monica, in California. Kogelnik si è era poi trasferita a New York nel 1962, dove si inserì nella cerchia artistica di Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, Andy Warhol, Larry Rivers, Tom Wesselmann, Joan Mitchell, Robert Rauschenberg e Jasper Johns
Dal 12 ottobre 2013 al 2 febbraio 2014, a Pisa, 230 trenta opere ripercorreranno l'iter creativo dell’artista che tanto ha rivoluzionato l’arte del XX secolo.