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Posts published in “Sculture mobili”

L’organo marino suonato dalle onde a Zara. Sentite qui 30 secondi di concerto

Nella notte il suono lontano di un organo si diffonde nell'aria portato dal vento. E' una musica soprannaturale, che unisce istanti di armonia a imprevisti e imprevedibili salti nella dissonanza. E' il mare-organista ad agire, con le onde, sui tubi dell'organo marino, scultura sonora a gradini realizzata nel 2005 dall'architetto Nikola Bašić, nel punto a nord est della banchina che circonda il centro storico di Zara, città dalmata appartenente alla Croazia, che si affaccia sull'Adriatico, popolata da 75mila abitanti. L'organo si basa sul principio dello spostamento d'aria provocato dalle onde che entrano alla base del monumento

Meravigliosamente eccessivo, come Venezia. Naviga e suona il violino-Arca di Noè dello scultore De Marchi

Artigiani, artisti e tecnici veneziani, in occasione della pandemia, si sono uniti per dar vita a questa opera, quale motivo di rilancio di un settore in ginocchio e per lanciare un messaggio di speranza al mondo: "Da quest'arca musicale, costruita durante il diluvio, scenderà la gioia"

Dopo 80 anni di ricerche riappare in soffitta il grammofono erotico dei surrealisti

Jamais è un grammofono a trombone. La campanula acustica aspira una donna nel meccanismo. Sul piatto, rotante,due seni o due natiche vengono accarezzate da una mano. La svolta delle indagini sull'opera d'arte compiuta è avvenuta nel momento in cui, tra le mani del direttore del museo sono giunte due fotografie inedite scattate, nel 1947, da Nick de Morgoli e conservate in una collezione privata. Nelle immagini, il grammofono appariva nello studio di Picasso; in una delle due foto è presente lo stesso pittore catalano che osserva l'oggetto

Bruno Munari e la creazione di nuove forme. Macchine inutili e corpi che alimentano il pensiero

L’autore evita accuratamente di mostrare una composizione fissata in un certo istante, crea, invece, pitture dinamiche, instabili e complesse. In mostra si potrà ammirare un prototipo, esemplare unico, di Tetracono del 1965, alcuni Negativi-positivi su tavola dei primi anni ’50, e la pittura cromo-cinetica realizzata con filtro Polaroid rappresentata da un Polariscop degli anni ’60. Talvolta un cambio di forma è ottenuto sovvertendo la funzione. È il caso delle Sculture da Viaggio, di cui viene proposto un raro esemplare in lamiera verniciata del 1958 accompagnato dalla corrispondente scultura in cartoncino. L'analisi condotta da Luca Zafferano per la mostra milanese del 2018

Le splendide sculture cinetiche di Howe che ipnotizzano. Le scelte in un video

Anthony Howe (nato nel 1954 a Salt Lake City, Utah) è uno scultore cinetico americano che crea sculture ispirate dal vento che ricordano creature pulsanti e aliene e vortici. Egli utilizza la progettazione assistita da computer, modellando i componenti metallici con una taglierina al plasma e completando il suo lavoro con le tecniche tradizionali di lavorazione dei metalli

Come danzano nell’aria e di cosa sono fatte le sculture di Elias Crespin

Sospese a quasi invisibili fili di nylon che hanno l'altro capo collegato a piccoli motori, dirette, nel movimento, dai computer le sculture disegnano delicatamente, nello spazio, una danza. Ruotano quasi impercettibilmente per passare da una forma all'altra e dall'ordine al caos, in una coreografia disegnata dall'artista. In questa ricerca per quanto riguarda la forma, spazio, tempo e movimento, spesso Elias Crespin combina lo studio del colore attraverso la sperimentazione di diversi materiali e texture, d'ombra e luce

Arte cinetica. Gli animali di Jansen corrono sulla spiaggia. Senza motori. Video

Sorprendenti, incredibili non solo per le forme meravigliose - che ricordano le strutture di Leonardo da Vinci - ma perchè sono in grado di muoversi magicamente, senza motori, ma alimentate dalla forza del vento, che viene persino accumulato in bottiglie di plastica - con il sistema dell'aria compressa - per dare possibilità a questi animali super-vertebrati di muoversi anche quando cala l'aria. Sono le opere di Theo Jansen (1948), un artista olandese attivo soprattutto nel campo della scultura cinetica, con creazioni che si pongono al confine tra arte e ingegneria

La scultura di Kafka che si compone e si disfa. Opera di David Cerny. Il video

David Cerny ha realizzato una scultura composta da 42 lastre d'acciaio, tagliate, ognuna delle quali ruota in modo autonomo. L'opera, omaggio al grande scrittore Franz Kafka, è stata collocata nell'area del Quadrio Business Centre, a Praga, nella Repubblica Ceca. Al di là della ricerca di un effetto di mobilità, che diviene ossessivo per ogni oggetto della civiltà contemporanea, la scultura rappresenta anche le sfaccettature infinite di Kafka e dell'uomo del Novecento, che riescono ad essere se stessi solo per un istante, quando le diverse componenti del quadro psicologico e il destino-caso si allineano

Angela Corti, così farò suonare la scultura nel deserto

Il vento crea nel deserto rocce nude con forme acute e schegge taglienti, incise e lavorate dalle raffiche e dune di sabbia dette anche “sabbie che cantano” per il suono che il vento produce al suo passaggio.
Le linee sinuose e grezze della scultura ricordano, da un lato la purezza della cresta delle dune, e nello stesso tempo, le rocce irregolari incise dal vento.
Contrasti di linee e superfici.
I fili metallici che tessono pietra, quasi a bloccare questo movimento, diventano a loro volta fili che vibrano, il sibilo del vento.
E la pietra si trasforma in strumento musicale, che ricorda un’arpa o lo stesso Oud, definito dagli arabi “il sultano degli strumenti musicali”.
La scultura è un’insieme di vibrazioni, segni, scalfitture, fratture, cuciture: è una danza elegante che tesse l’opera.