Posizionato lungo un'antica strada, a 400 metri a nord dell'insediamento antico, questo complesso ha rivelato un totale di 1091 strutture, tra cui 554 tombe, 212 cremazioni, 30 recinti funerari e 195 strutture funerarie di natura indefinita. Gli approfondimenti successivi agli scavi forniscono oggi numerosi risultati riguardo all'evoluzione delle pratiche funerarie antiche. La lunga occupazione dell'area con fini cimiteriali consente di vedere, infatti, uniti, nello stesso luogo i diversi passaggi culturali che ebbero importanti riflessi sulle modalità di accompagnamento dei defunti nell'Aldilà
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E' all'asta in queste ore su Catawiki (clicca qui per accedere senza impegno all'asta) un elegante dipinto alla Scuola Italiana del XIX secolo. L'opera rappresenta una figura femminile, ornata da un drappeggio neoclassico. Segui l'incanto qui
Le aragoste di Philip Colbert al Mann. L'artista britannico espone tele e sculture ispirate alle opere del Museo. L'esposizione site specific in programma dal 26 gennaio al 1° aprile 2024
L'urna cineraria, emersa durante gli scavi di Ostia, è stata oggetto di un intervento congiunto da parte del Servizio di Antropologia, guidato da Paola Francesca Rossi, e del Servizio Restauro, sotto la guida di Tiziana Sòrgoni. L'obiettivo principale dell'intervento era quello di aprire l'urna e investigare il suo contenuto
L'analisi degli archeologi ha rivelato anche la presenza di un altare di pietra nel sito, accanto a braccialetti, perline e resti di offerte alimentari, come ossa di pollo e gusci d'uovo. Questi elementi potrebbero indicare pratiche rituali legate a tradizioni cristiane o pagane, o addirittura una combinazione di entrambe
L'opera misura 37 x 45 centimetri. Rappresenta una giovane donna, di spalle, contro un paesaggio classicista. Il dipinto, un olio su pannello, proviene da una collezione francese. Merita sicuramente d'essere osservato con grande interesse
"Nella casa IX, 10, 1 fervevano i lavori di ristrutturazione, in un angolo nell’atrio sono state ritrovate circa 300 tegole e vicino blocchetti di tufo utilizzati per riparare i danni del terremoto avvenuto negli anni precedenti - scrive il Parco archeologico di Pompei - Particolarmente interessanti sono i tanti numeri, parte incisi, parte a carboncino, tracciati sullo stipite accanto ai ritrovamenti, probabili conteggi del materiale o delle giornate di lavoro da parte delle maestranze".
La pratica, ancora pagana, pagana di seppellire armi nelle tombe dei guerrieri ha influenzato notevolmente la distribuzione, mentre i ritrovamenti al di fuori del nord Europa sono spesso legati a smarrimenti, come nelle acque dei fiumi. I vichinghi credevano che le armi avrebbero servito al defunto anche nell'aldilà, e spade nemiche venivano talvolta deformate per impedire che il nemico ritornasse armato per vendicarsi
In un'epoca in cui gli insediamenti collinari utilizzavano principalmente grandi cisterne per l'acqua, Heraion Teikhos si distingue per l'approvvigionamento idrico proveniente da un'area boschiva diversi chilometri a est del sito di scavo