La collezione Catanese, rappresenta “un microcosmo esemplare per decifrare e intendere l’attività di Morandi”, come evidenzia Maria Cristina Bandera, storica dell’arte, membro del Consiglio Direttivo e della Commissione Scientifica della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi. Ciò soprattutto grazie al numero di opere presenti nella raccolta, realizzate in un arco temporale che copre quasi tutti gli anni dell’attività del maestro bolognese e che affrontano tutti i temi e le tecniche da lui trattati, nonché per l'indubbia rilevanza dei pezzi che ne fanno parte
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Una battaglia di cuscini tra artisti precede e orienta la mostra bolognese del collettivo SenzaBagno
Un rituale attraverso cui regolare le tensioni che questo percorso condiviso inevitabilmente ha portato con sé, un modo eccentrico per confrontarsi reciprocamente, non senza risvolti ludici
Il servizio ci restituisce un Morandi non in posa, che non assume atteggiamenti innaturali o forzati, rientrando perfettamente in un genere che De Biasi aveva già sperimentato, quello dei ritratti di personaggi famosi colti nella loro quotidianità, per i quali aveva coniato la definizione: “ritratti in maniche di camicia”.
Antologia della moto bolognese, 1920-1970 porta a compimento un ampio e importante lavoro di indagine condotto negli anni dal museo, con momenti di restituzione pubblica quali le recenti esposizioni Moto bolognesi degli anni 1950-1960. La motocicletta incontra l’automobile (2021/2022) e Moto bolognesi C.M. Trent’anni memorabili 1929-1959 (2018)
La mostra che si apre ora a Bologna si configura come primo evento espositivo organicamente incentrato sulla ritrattistica in cera realizzata in ambito bolognese durante il Settecento, secolo che conobbe il maggiore rilancio dell'arte antica e intrigante della ceroplastica già praticata nelle epoche classiche e medievali
Jago, Banksy e TvBoy hanno sovvertito le regole dell’arte, rifiutando di entrare a far parte di un sistema imbrigliato ed escludente; sono tre artisti hanno “creato un precedente” e fatto parlare della loro arte arrivando al cuore del grande pubblico.
Protagonisti del progetto non sono tanto gli oggetti delle collezioni dei musei bolognesi, quanto le idee e gli immaginari emersi da una loro riconsiderazione. Le artiste e gli artisti ci accompagnano così in una riflessione sulla museologia e sulle sue sovrastrutture, sulla storia socio-culturale del territorio, sulla natura evocativa di manufatti e altre curiositates, sulle potenzialità della creazione di mondi fittizi in grado di fare luce sul modo in cui a tutt'oggi organizziamo e valorizziamo le informazioni
La vasca aveva una profondità di 75 centimetri e non risulta censita nell'elenco degli interventi compiuti nel palazzo e nelle sue pertinenze
La delicata e appassionata operazione di enorme complessità, che ha richiesto oltre due anni di lavoro, realizzata con innovative tecniche green di biorestauro, costituisce il cuore del progetto espositivo e consentirà di approfondire attraverso video, materiali didattici e interventi di esperti, alcuni degli aspetti fondamentali della conservazione delle opere d’arte
L'accento è posto sulla fase ideativa dell'opera che a volte è caratterizzata da una sorta di intuizione immediata e improvvisa, altre volte è frutto di un lento progredire consequenziale. Queste due dimensioni della creatività in certi casi si possono cogliere anche in una successione che conduce al risultato finale. Ma molto spesso è anche il pubblico che fruisce l'opera d'arte facendosi guidare dall’intuito oppure prediligendo un’analisi più razionale: spesso la prima impressione conduce a un giudizio e a un'emozione estetica che può essere confermata o contraddetta da una valutazione successiva più approfondita, meditata e analitica.