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Chi era questa donna? Perché stava in questa posizione? Quali sono i segreti di questa scultura?



Alta 1,49 centimetri, il corpo perfetto, i piccoli seni, il ventre da giovane donna, Niobide è rappresentata con grande sensualità in questa statua antichissima, realizzata in Grecia e portata a Roma, probabilmente come preda di guerra. L’opera è scolpita in marmo pario – marmo bianco a grana fine, particolarmente pregiato, proveniente dalle cave nell’isola di Paro in Grecia – nel 440-430 a.C. L’opera è simile alle figure del frontone del tempio di Apollo a Eretria, trasferite a Roma per volere di Augusto da cui, quasi sicuramente, provengono anche il Niobide morente e la Niobide che corre della Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen. La Niobide è conservata al Museo nazionale romano di palazzo Massimo di Roma.


Quando venne scoperta la statua?
La scultura riemerse dal terreno degli Horti Sallustiani durante gli scavi del 1906. La scultura era nascosta a 11 metri dal suolo, in una minuscola stanza – cubicolo -. Si ritiene che essa fosse stata occultata – come avvenne per diverse statue – durante le invasioni barbariche del V secolo. Gli Horti Sallustiani (i Giardini di Sallustio),  nelle cui profondità venne trovata questa statua –  erano stati fatti edificare dallo storico e senatore della repubblica romana Gaio Sallustio Crispo nel I secolo a.C., in un’area era compresa tra i colli Pincio e Quirinale, tra il proseguimento della via Alta semita (attuale via XX Settembre), la via Salaria, le Mura Aureliane e l’attuale via Veneto, poco dopo la Porta Salaria.

Chi è la Niobide?

E’ una delle figlie di Niobe, di cui non si conosce il nome. E’ per questo che la denominazione esatta della scultura sarebbe “una niobide” e perchè è corretto anche dire “la Niobide”, con l’articolo femminile che non dovrebbe essere invece usato nel caso di un nome proprio. Quindi la Niobide è una delle figlie di Niobe. Niobe – bellissima e feconda – è un personaggio della mitologia greca, punita dagli dei per la sua superbia e per la sua ambizione. Niobe si era inimicata Leto, la madre di Apollo e Artemide. Leto era stata offesa da Niobe, che aveva messo al mondo diversi figli, mentre Leto ne aveva dati alla luce soltanto due: Apollo e Artemide. Niobe aveva sottolineato la propria fecondità e la scarsa prolificità dell’altra. Un atto di superbia e – implicitamente – un’azione di lesa maestà, che andava punita dalla cerchia superiore degli Dei.

Leto aveva così chiesto ai propri figli che lavassero l’offesa, facendo strage di tutti i Niobidi.
La statua coglie il momento in cui una delle figlie di Niobe, colpita alle spalle, cerca di togliersi la freccia dalla schiena.

Perchè la posa non è drammatica?

La statua è la celebrazione del corpo femminile inteso nella sua universalità. Il volto, scorciato, la testa piegata indietro, portano allo sfumare delle linee del volto, che divengono inessenziali. L’artista dimentica la Niobide, come individuo per celebrarla nella proiezione universale. La scultura è l’idea di donna, non la sua incarnazione fenomenica. E’ la rappresentazione dell’essere donna. Proprio per la bellezza del torso e delle gambe e per la posizione flessuosa, la storia mitologica sembra sfumare davanti agli occhi dello stesso scultore che realizzò la statua. Da sottolineare il fatto che la composizione segue il chiasmo, una regola della statuaria greca e romana, che venne poi ripresa da grandi artisti del Rinascimento, come Michelangelo. Il chiasmo o contrapposto è uno schema compositivo, rispetto alla postura del corpo, in grado evocare, contemporaneamente, potenza e bellezza. Esempio: braccio destro teso muscolarmente, gamba sinistra rilassata. Gamba destra muscolarmente tesa, braccio sinistro rilassato, come possiamo ben vedere nell’immagine qui sotto.

La morbidezza serica della pelle del torso, ben più rifinito rispetto alla testa, fu ottenuta attraverso una smerigliatura finissima e probabilmente con l’apposizione di uno strato di cera, poi lucidata. Non è escluso che questi capolavori non fossero eseguiti “a mano libera”, ma fossero scolpiti dopo aver compiuto calchi di modelli e modelle. Ottenuto il calco del vero, gli scultori potevano procedere sapendo quanto marmo avrebbero dovuto asportare, in ogni punto del blocco, per ottenere gli effetti del massimo realismo.
Il messaggio politico implicito

La vicenda di Niobe e dei figli vuole ricordare che bellezza, denaro, potere non possono mettere in competizione i sudditi di fronte a un re, all’imperatore e agli dei.