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Cleonice di Muro, le tavolette della scrittura. Arte tra argilla e zinco


Cleonice di Muro, premio finalisti Nocivelli 2018, analizza brevemente la propria opera.

www.premionocivelli.com/opera/grapho
La ricerca del mio lavoro si basa principalmente su riflessioni riguardo al mondo e sul mio qui ed ora. La scrittura fa da padrone nella mia ricerca artistica poiché è la maniera più naturale che mi ha sempre accompagnato nella mia espressione personale.
Il lavoro presentato al premio Nocivelli, non è altro che il frutto di un pensiero nato dal significato ancestrale di scrittura. “Grapho”, parola di origine greca, infatti significa “io incido, lascio un segno, scrivo”, ho recuperato quel materiale originale che l’uomo ha utilizzato prima ancora del papiro, l’argilla, riproponendo l’atto primordiale della scrittura, della materia naturale che si lascia lavorare, scalfire. Da qui la domanda è sorta spontanea: nel nostro presente siamo capaci di lasciare un segno ? O ci lasciamo vivere da una contemporaneità fatta di effimeri segni ?
Cosa è cambiato? Ecco che dopo questi interrogativi ho intenzionalmente contrapposto il materiale più moderno, quello della rivoluzione industriale, lo zinco, un materiale prettamente moderno, che ti permette di lasciare un segno ma non in maniera naturale poiché la materia in questo caso si contrappone allo zinco e l’atto diventa una lotta tra il gesto stesso e la prepotenza dello zinco.
L’atto è condizionato, perde la sua pura autenticità e si adegua, sì corrompe inevitabilmente. Per cui la riflessione diventa conseguenziale: il segno ci rende ancora umani?

Sent by Barbara Bongetta

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Instagram @cleonice_dm