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Come mi sbarazzo degli artisti rivali. Tintoretto e Borromini vittime illustri


Tintoretto, Le nozze di Cana
Tintoretto, Le nozze di Cana

Oggi fra le star dell’arte è tutto un complimentarsi reciproco, un mutuo encomio, uno scambio di elogi e cortesie fra un aperitivo e una cena.


Un savoir vivre inimmaginabile cinquecento anni fa. Il sommo Tiziano, ad esempio, non esitava ad architettare piani per sbarazzarsi della concorrenza. Quando gli venne commissionata la decorazione della Libreria costruita dal Sansovino, suggerì ai procuratori di San Marco una rosa di pittori da cui mancava il nome del rivale Tintoretto, e compariva invece quello del Veronese, dal carattere più remissivo e manovrabile.
Addirittura ci fu chi individuò nel Vecellio il mandante dell’omicidio del Pordenone che, giunto a Venezia, aveva osato minare l’assoluta supremazia del maestro cadorino.
A Roma, invece, Borromini decise di mettere fine da solo alla propria esistenza, devastata dalle calunnie e dalla guerra spietata dichiaratagli dal Bernini.