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“Un approccio sistematico alla valorizzazione dei beni culturali, la capacità di far rete, la realizzazione progressiva di materiale video che sarà fondamentale per la nuova sfida turistico-museale sul web – hanno detto i responsabili della Fondazione Brescia Musei – L’iniziativa vede coinvolti il Comune di Brescia – ufficio turismo e direzione dei Civici Musei dell’ assessorato alla cultura – la Fondazione Brescia musei, che coordina operativamente il progetto, e l’accademia Santa Giulia, che collabora con i tecnici della fondazione stessa per la realizzazione di filmati di un minuto che riguarderanno, di mese in mese, un’opera archeologica, un reperto particolarmente significativo, un dipinto, scegliendo elementi di punta delle collezioni. Riflettori particolarmente intensi, sotto il profilo della promozione, si accenderanno pertanto per un mese intero su un’opera d’arte o su una testimonianza fondamentale del nostro passato, a partire dalla Vittoria alata, simbolo della nostra città. L’iniziativa prevede l’ottimizzazione del processo di valorizzazione con una conferenza esplicativa di un esperto di settore – in questo caso, l’archeologa Francesca Morandini, dei Civici Musei – e con la realizzazione di un breve filmato”.
La vittoria alata è una figura femminile, volta leggermente verso sinistra; è vestita di una tunica fermata sulle spalle (kiton) e di un mantello (himation) che avvolge le gambe. È realizzata con il metodo della fusione a cera persa indiretta e risulta costituita da almeno trenta parti fuse singolarmente e saldate poi tra loro; è inoltre rifinita, come i ritratti, con strumenti a punta che ne definiscono con precisione i dettagli. Ad essa è stata poi aggiunta una agemina in argento e rame che ne cinge la capigliatura.Dovette essere prodotta nel secondo quarto del I secolo d.C. da un’officina bronzistica di alto livello dell’Italia settentrionale. La posizione della figura, con una gamba leggermente sollevata e le braccia avanzate, si spiega con la presenza in origine di alcuni attributi che permettevano di identificarne il soggetto. Il piede doveva infatti poggiare sull’elmo di Marte, il dio della guerra, e il braccio sinistro doveva trattenere uno scudo, sostenuto anche dalla gamba piegata, sul quale erano stati incisi, con la mano destra, il nome e le res gestae del vincitore (con queste caratteristiche veniva infatti rappresentata dai romani la dea Vittoria).
La statua venne dedicata alla dea probabilmente da una personalità importante in qualità di ringraziamento (ex voto) per un successo militare e poteva forse essere esposta all’interno del tempio o in un edificio pubblico della città, probabilmente il Capitolium stesso (isolata, o forse associata alla figura maschile il cui nome era riportato sullo scudo che la Vittoria tratteneva).La figura della Vittoria alata è ben documentata nell’arte romana, soprattutto su monete e rilievi di età imperiale. Il tipo costituisceuna variante di una statua della fine del IV secolo a.C., l’Afrodite cosiddetta Capua, raffigurata mentre si ammira seminuda nello specchio che tiene tra le mani. Questo modello venne riprodotto in numerosi esemplari a partire dal II secolo a.C. Successivamente lo schema iconografico dell’Afrodite venne trasformato in Vittoria con l’aggiunta della tunica e delle ali e con la sostituzione dello specchio con lo scudo sul quale la divinità incide il nome del vincitore. Questa variante godette di larga fortuna a partire dal I secolo d.C. La Vittoria di Brescia, forse inizialmente realizzata senza ali, aggiunte in un momento successivo, ne costituisce uno degli esempi più conosciuti.
LA VITTORIA ALATA DI BRESCIA
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