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Cookie monster e mostri dell'infanzia entrano nell'arte contemporanea con Stefan Tcherepnin. Il video


 

Il gioco, lo stupore, la provocazione, gli allestimenti di materiali dell’infanzia, osservati in una dimensione comico-grottesca – caratterizzano parte dell’arte contemporanea. Stefan Tcherepnin (nato a Boston, 1977) che vive e lavora a Brooklyn, porta nelle gallerie d’arte una rivisitazione di Cookie monster e della musica Honky Tonk. Artista e musicista, Tcherepnin stupisce e coinvolge lo spettatore in un percorso, allestito alla Kunsthalle di Zurigo, contrassegnato dalla contaminazione. Ma chi è il Cookie Monster (letteralmente Mostro dei biscotti)? Corpo da yeti, da pupazzone casalingo, livrea mutante, il mostro è un buon diavolo, una specie di informe orsacchiotto affamato di biscotti, appartenente al mondo televisivo di Sesame Street. È anche apparso nella versione italiana, datata 1978 e intitolata Sesamo apriti, con il nome Pasticcino.
Il libro di Jim Henson intitolato “Designs and Doodles”, che parla dei primi anni della sua carriera, spiega che l’originale burattino di Cookie Monster fu utilizzato in una pubblicità di uno snack- mai andata in onda – realizzata nel 1966. A quell’epoca, il burattino, che era ancora senza nome, aveva denti appuntiti e una pelliccia verde muschio, che poi divenne blu.
Nel 1967, Henson utilizza il precedente burattino per un cortometraggio promozionale della IBM con il titolo di “Macchina del Caffè (lo stesso sketch venne poi riutilizzato sempre con il medesimo burattino in una apparizione dei Muppet nell’Ed Sullivan Show e successivamente nel Muppet Show con un altro burattino).