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Cosa significa dipingere "sur le motif"? Perché fu la chiave dell'impressionismo?


Mentre la locuzione “en plein air” – all’aria aperta – intende una pittura di diretto confronto con il paesaggio e con la luce naturale, con preponderanti sedute esterne e minime rifiniture in studio l’altra formula magica dell’impressionismo – “sur le motif” – può risultare oscura. Sotto il profilo pittorico indica sì ha il fatto che il pittore debba avere il soggetto – motif – davanti, senza immaginarlo, ma sopratutto il compimento di un passaggio fondamentale per la pittura impressionista: dipingerlo, senza che sulla tela sia steso un disegno preparatorio. Quindi l’artista procede senza un reticolo disegnativo, in un rapporto costante tra occhio e mano. apponendo il colore sulla tela, senza essere guidato e costretto dalle sagome del disegno. La morbidezza e l’efficacia dell’impressionismo, la natura vibratile e poco solida di questa pittura sono collegate al fatto che il vincolo del disegno accademico è superato e che si dipinge sur le motif. Invenzione peraltro antica, che caratterizzò il colorismo veneto, cioè la capacità della pittura veneta di agire più attraverso il colore che attraverso il disegno. E’ interessante osservare quanto Tiziano, ad esempio, abbia agito sur le motiv,  trecento anni prima dell’impressionismo, mentre Raffaello avesse appoggiato ogni composizione al disegno vincolante che sottostava alla tela.
Tiziano Vecellio, Ritratto di Paolo III con i nipoti Alessandro e Ottavio Farnese,1546, Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte. Tiziano tiene conto del colore della luce dominante, dominata dal colore rosso delle tende e degli abiti. Egli coglie pertanto l'emanazione tonale del rosso che diventa rosa mischiandosi al bianco della vesta del papa e che intride ogni elemento del dipinto
Tiziano Vecellio, Ritratto di Paolo III con i nipoti Alessandro e Ottavio Farnese,1546, Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte. Tiziano tiene conto del colore della luce dominante, permeata profondamente dal colore rosso delle tende e degli abiti. Egli coglie pertanto l’emanazione tonale del rosso che diventa rosa mischiandosi al bianco della vesta del papa e che intride ogni elemento del dipinto. L’altra notevole differenza tra i due dipinti è quella collegata al rispetto del disegno sottostante, da parte di Raffaello – come avviene per la maggior parte dei pittori dell’Italia centrale – e il pittoricismo di Tiziano, che si distacca dai vincoli disegnativi per operare direttamente con il pennello, senza riempire spazi preordinati, lasciando che ad agire sia la luce.

Raffaello Sanzio, Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi, 1518 circa, olio su tavola, 155,2x118,9, Firenze, Galleria degli Uffizi
Raffaello Sanzio, Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi, 1518 circa, olio su tavola, 155,2×118,9, Firenze, Galleria degli Uffizi
Dopo la crisi della pittura figurativa, nell’ambito del contemporaneo, e, soprattutto, dopo l’archiviazione delle pratiche impressioniste la pittura sur le motif si riaffaccia a Parigi con quattro artiste,  che ci comunicano il loro punto di vista attraverso la maniera degli impressionisti. Questi pittrici dipingono en plein air e dipingono senza schizzi e senza disegni preparatori.  Sono Delphine D. Garcia, Chiara Gaggiotti, Virginie Isbell et Corinne Pauvert.