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Dal fondo di una pozza d’acqua recuperato un meraviglioso soffitto intagliato di 2000 anni fa



Era in fondo a una pozza d’acqua, dov’è rimasto per 2000 anni. Ridotto in frantumi da un incendio, crollato sui resti di un’antica vasca, ma ricomponibile. Ecco lo splendido contro-soffitto romano trovato durante gli scavi a Chartres, in Francia. Legno intagliato finemente e, in origine, dipinto doviziosamente. E’ stata l’acqua a conservarlo. Un pezzo che è rarissimo e che trova un precedente – molto simile – nel soffitto decorato della Villa di Telefo, a Ercolano, la città distrutta dal Vesuvio, con la vicina Pompei, nel 79 d.C.
La ricostruzione di una parte del soffitto è stata presentata nelle scorse ore dalla Direzione archeologica di Chartres.

La vasca sulla quale stava il soffitto decorato e intagliato, che era stato poi coperto dalla piene del fiume. Come vediamo in questa fotografia scattata dalla Direzione archeologica di Chartes, la parte lignea crollò, in parte combusta, e si salvò grazie all’acqua contenuta nella vasca stessa

Il soffitto individuato in Francia si trovava – originariamente – all’interno di un gigantesco santuario gallo-romano. L’edificio imponente disponeva di alcune vasche, realizzate forse per le abluzioni rituali. Le vasche – in prezioso marmo proveniente dalla Turchia – erano coperte da un soffitto a cassettoni finemente intagliato – quello portato alla luce dagli scavi, sorretto da pali. Poi la struttura venne probabilmente incendiata.

“Il legno è un materiale che non resiste ai capricci del tempo ed è estremamente raro in contesti archeologici così antichi – dicono alla Direzione archeologica di Chartres – Contro ogni aspettativa, è stata l’alleanza del fuoco con l’acqua all’origine della conservazione del soffitto scolpito: il fuoco, perché i pezzi mostrano i segni di un incendio che ha indurito il legno del soffitto, prima che crollasse- L’acqua perché la vasca sottostante, in cui il soffitto è caduto, era ancora piena d’acqua, ponendo così fine alla combustione della legna prima della totale distruzione. Il santuario venne poi abbandonato. Le successive piene del fiume Eure hanno finito per coprire il luogo, sigillando nel contempo il soffitto in un ambiente umido, senza aria e senza luce: tre parametri ideali per la sua conservazione”.

Il soffitto intagliato di Chartres, dicono gli archeologi, mostra una padronanza eccezionale delle tecniche esecutive e cognizioni molto particolari nella lavorazione del legno, con l’uso di particolari accorgimenti che oggi non esistono più. Da sottolineare anche la delicatezza dei decori vegetali finemente intagliati e la ricerca nella realizzazione di “scatole geometriche” dalle forme losangate, esagonali e triangolari.