Press "Enter" to skip to content

Dopo 80 anni di ricerche riappare in soffitta il grammofono erotico dei surrealisti


La camera da incubo, progettata da Dalí. A destra del letto, il fonografo di Óscar Domínguez.

Emmanuel Guigon, direttore del Museo Picasso di Barcellona, ​​ha trovato “Jamais”, uno degli oggetti surrealisti più misteriosi e mitici del quale pareva persa ogni traccia. L’opera di Óscar Domínguez – un grammofono pornografico che aveva suscitato scandalo, divertimento e consensi durante la Mostra Internazionale del Surrealismo del 1938 – è stata individuata, recuperata e messa in mostra a Barcellona, grazie all’investigazione accurata compiuta dal direttore museale catalano che aveva ipotizzato che l’oggetto fosse stato donato da Dominguez a Picasso, considerata l’ammirazione reciproca tra i due artisti e la partecipazione di entrambi alla stessa mostra. I colleghi di Guigon avevano ritenuto improbabile la pista imboccata dallo storico dell’arte, che invece aveva pienamente ragione.
L’ inquietante “oggetto di auto-soddisfazione erotica” – che si riallaccia alle macchine celibi di Duchamp, alla patafisica dada e all’esposizione di oggetti di improbabile forma e funzionamento, tipici dell’immaginario dadaista e surrealista – era in un magazzino della periferia di Parigi, in cui la famiglia di Picasso conserva arredamenti di casa e altri oggetti minori ereditati. Jamais è un grammofono a trombone. La campanula acustica aspira una donna nel meccanismo. Sul piatto, rotante,due seni o due natiche vengono accarezzate da una mano. La svolta delle indagini sull’opera d’arte compiuta è avvenuta nel momento in cui, tra le mani del direttore del museo sono giunte due fotografie inedite scattate, nel 1947, da Nick de Morgoli e conservate in una collezione privata. Nelle immagini, il grammofono appariva nello studio di Picasso; in una delle due foto è presente lo stesso pittore catalano che osserva l’oggetto.

A quel punto il direttore del museo catalano, si è messo in contatto con i discendenti di Picasso, chiedendo di ricevere un aiuto nella ricerca. Guigon affermava che Jamais sarebbe stato difficilmente scartato da Picasso perchè gli piaceva moltissimo e perchè l’artista che l’aveva prodotto, si era suicidato. Certi oggetti appartenuti a care persone defunte assumevano, in Picasso, una connotazione sacrale.
Guigon entrò in contatto con i discendenti di Picasso. Catherine Hutin, figlia della musa dell’artista e seconda moglie Jacqueline, gli disse che aveva visto un grammofono in una scatola di cartone in un magazzino alla periferia di Parigi.Catherine non aveva pensato che fosse un’opera d’arte.
La danza sfrenata
attorno al grammofono
che accarezzava
le natiche

“Siamo sopraffatti dall’assemblea di questa mostra, che sarà la più straordinaria mai vista”, scrisse, il 6 gennaio 1938, Paul Éluard al suo amico Roland Penrose, che sarebbe poi diventato il biografo di Picasso. Éluard si riferiva alla famosa Exposition International du Surréalisme, organizzata dal poeta insieme ad André Breton, Marcel Duchamp, Salvador Dalí, Max Ernst e Man Ray. La mostra sarebbe stata aperta dieci giorni dopo alla Galerie des Beaux-Arts, nel Faubourg Saint-Honoré a Parigi.
“È stato straordinario. Il pubblico vagava armato di lanterne, concentrandosi sulle incredibili opere emerse dall’oscurità e tra le decine di oggetti, tra cui il Taxi piovoso di Dalí e i 1.200 sacchi di carbone sospesi dal soffitto di Duchamp. Quello che attirò maggiormente l’attenzione della critica e del pubblico fu Jamais (mai), il grammofono di Domínguez ”, ha dichiarato Guigon al quotidiano El Pais Il pezzo era un fonografo Pathé dipinto di bianco e con una figura femminile con i tacchi sporgenti dall’amplificator. La macchina sembrava aver inghiottito la donna, diventando parte di lei: il piatto rappresentava i seni – o glutei, secondo le interpretazioni – che ruotano sotto una mano che funge da ago”.
“La cosa più spettacolare nell’esibizione di apertura della mostra è stata vedere il fonografo carezzevole, che accompagnava l’esibizione di Hélène Vanel, una ballerina surrealista, che irruppe nella stanza seminuda esibendosi in una danza folle e folle, ispirata da studi sull’isteria del dottore Charcot”, scrive El Pais.