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E' morto Pier Virgilio Begni Redona, studioso del Moretto e del Rinascimento bresciano


E’ morto oggi, 22 marzo 2020, a Gussago, in Franciacorta – dove abitava da 53 anni – Pier Virgilio Begni Redona. La sua morte, ai tempi del coronavirus, stata annunciata da un mesto requiem di campane. Aveva 87 anni. Era nato a Adro (Brescia) nel 1933. La storia dell’arte perde, a livello nazionale e internazionale, uno dei grandi, indiscussi protagonisti di studi che segnarono un’epoca, consegnandoci un rilievo acuto, approfondito della scuola rinascimentale bresciana. Fu, in particolare, specialista del Moretto al quale dedicò un’ampia monografia di strepitosa accuratezza e lucidità. Ma lesse ogni fenomeno di un’area destinata ad essere cruciale nello sviluppo del genio caravaggesco. Pertanto ebbe il merito di approfondire e dare consistenza alla tesi longhiana rispetto al nodo bresciano che pulsa centralmente nella poetica del Caravaggio.

Ordinato sacerdote nel 1961, Begni Redona fece parte della Congregazione dell’Oratorio “Padri della Pace” (1961-1973), fu direttore dell’Ufficio Arte Sacra e Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Brescia (2001-2008), direttore del Museo diocesano di Arte Sacra di Brescia. (2005-2008).
Così lo ricordava Giuseppe Motta in Unum, verum, pulchrum. Studi in onore di Pier Virgilio Begni Redona (2013), in Brixia Sacra-
“Di carattere schivo, estraneo ai clamori delle celebrazioni umane, concreto e asciutto come le colline della Franciacorta in cui è nato, eppure al centro di innumerevoli iniziative museali e di carattere scientifico – a cominciare da quelle dell’arte sacra in cui, con i suoi studi su Lattanzio Gambara, sul Moretto o sul Cinquecento bresciano, ha segnato un punto di svolta, oppure della presidenza dell’Associazione Arte e Spiritualità che ha visto l’inaugurazione della nuova sede dell’Istituto Paolo VI a Concesio da parte di Benedetto XVI e poco dopo della Collezione Paolo VI di arte contemporanea, don Begni Redona ha impregnato una parte importante della cultura territoriale degli ultimi decenni, fecondando inesplorati ambiti di ricerca e alcuni dei tratti più significativi della storia bresciana, civile e religiosa. Parlare di Begni Redona, dunque, vuol dire ripercorrere un tratto ragguardevole di storiografia, l’ultimo in ordine di tempo, durato almeno mezzo secolo”. (mbc)