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Ercole, cosa simbolizza? Storia e arte del semidio. La lotta al Male, l'assimilazione a Cristo


Nome e giorno del compleanno
Ercole (in latino: Hercules) è una figura della mitologia romana, forma italica del culto dell’eroe greco Eracle, introdotto probabilmente presso i popoli Sanniti dai coloni greci, in particolare dalla colonia di Cuma, e presso i Latini e i Sabini dal culto etrusco ad Hercle.
Ercole era venerato il 12 agosto e aveva gli epiteti di Invitto, Vincitore, Custode. Spesso il culto era associato a fonti e specchi d’acqua.
Figlio di:
Giove, che si era unito con l’inganno alla regina Alcmena. Ercole è mortale. La forza prodigiosa del bambino sarebbe scaturita dal latte di Giunone, che fu fatto bere a Ercole, mentre la dea dormiva.
Stato civile:
Coniugato con Deianira, anch’ella mortale
Altezza e segni particolari: altezza notevole, barba riccia, muscolatura molto sviluppata. Impugna molto spesso una clava, come gli uomini primitivi. Per questo particolare non va confuso – nell’iconografia – con l’uomo selvatico dell’Italia settentrionale, strano personaggio dal corpo interamente peloso, con il quale è forse imparentato. Per certi aspetti è il parente nobile di Priapo, il protettore dei giardini e delle proprietà terriere. Priapo difendeva le aree con l’immenso pene. Probabilmente si preferì, nelle decorazioni molto successive, utilizzare la clave di Ercole piuttosto che l’imbarazzante pene di Priapo.
Professione: Semidio mortale, difensore dell’umanità.Dopo aver dimostrato le proprie virtù eroiche, attraverso immani fatiche e grandi vittorie contro ogni male, Giove eliminerà la parte umana del figlio, concedendogli l’immortalità. Era venerato come dio guerriero, protettore dei commerci e custode della transumanza delle greggi,
Valore simbolico: Ercole è certamente la forza. ma rappresenta rappresenta la concentrazione e la fatica immane di ascesa da una condizione mortale a una condizione divina. Egli, in fondo rappresenta, tutti coloro che tra innumerevoli difficoltà, senza perdere di vista l’obiettivo, riescono, pur senza avere sempre la fortuna a favore, a conquistare una posizione di prestigio o a volgere a sè, attraverso l’azione individuale, il destino avverso.
Ercole-Cristo: non è sfuggita ai cristiani la possibilità di assimilare la figura di Cristo a quella di Ercole. Entrambi figli di Dio e di una donna mortale. Entrambi nemici del Male. Entrambi morti e risorti, fino a tornare pienamente nel Padre.

Testa colossale di Ercole in riposo (tipo Farnese), copia marmorea romana della seconda metà del I secolo a.C. di un’opera di Lisippo risalente al 320/10 a.C. circa., Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig

Eracle atterra il leone di Nemea, hydria attica a figure rosse attribuita al Gruppo dei Pionieri, 510 a. C. ca., Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig

Boccale con Ercole, Maestro del martirio di san Sebastiano, Vienna, terzo quarto del XVII secolo; avorio, argento dorato; h. 32,6 cm, diam. 16,8 cm; Karlsruhe, Badisches Landesmuseum

Gregorio de Ferrari (1647-1726), Ercole accolto nell’Olimpo; fine XVII sec; Genova, Palazzo Spinola

Gregorio de Ferrari (1647-1726), Ercole e Anteo; fine XVII sec; Genova, Palazzo Spinola

Gregorio de Ferrari (1647-1726), Ercole e l’Idra di Lerna; fine XVII sec; Genova, Palazzo Spinola

Gregorio de Ferrari (1647-1726), Ercole e il toro di Creta; fine XVII sec; Genova, Palazzo Spinola

Gregorio de Ferrari (1647-1726), Ercole sul rogo funebre; fine XVII sec; Genova, Palazzo Spinola

Ercole e Minotauro, Giardino delle Tuileries, Parigi

Ercole d’oro, Giardino di Palazzo Peterhof, San Pietroburgo
Statues of Peterhof

Ercole, Foro italico, Roma

Ercole, Giardino di Bomarzo

Dan Vadis in Ercole l’invincibile

Eracle uccide Cicno, Hydria attica a figure nere attribuita al Pittore di Antimene, 520/510 a. C. ca., Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig

Eracle uccide Cicno, Hydria attica a figure nere attribuita al Pittore di Antimene, 520/510 a. C. ca., Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig

Statuetta in bronzo di Ercole nel giardino delle delle Esperidi, Italia meridionale, 100 a.C. circa, Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig

Figura in bronzo di Ercole seduto, Asia Minore, Prima metà del II secolo a.C., Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig

Ercole con la Cerva di Cerinea, gesso, Skulpturhalle Basel

REGGIA DI VENARIA (TORINO)
DAL 13 SETTEMBRE 2018 AL 10 MARZO 2019
LA MOSTRA
ERCOLE E IL SUO MITO
L’esposizione illustra la figura dell’eroe mitologico greco, attraverso un’articolata selezione di oltre 70 opere, tra ritrovamenti archeologici, gioielli, opere d’arte applicata, dipinti e sculture e molto altro, dall’antichità classica al Novecento.
La rassegna acquista un particolare significato alla luce dei lavori di restauro in corso della “Fontana d’Ercole”, fulcro del progetto secentesco dei Giardini della Reggia, un tempo dominata dalla Statua dell’Ercole Colosso del 1670.
Dal 13 settembre 2018 al 10 marzo 2019, le Sale delle Arti della Reggia di Venaria (Torino) ospitano la mostra Ercole e il suo mito.
La rassegna, curata da un comitato scientifico presieduto da Friedrich-Wilhelm von Hase e composto da Gabriele Barucca, Angelo Bozzolini, Paolo Jorio, Darko Pandakovic, Laura Pasquini, Gerhard Schmidt, Rüdiger Splitter, Claudio Strinati, Paola Venturelli, è organizzata da Swiss Lab for Culture Projects e Consorzio Residenze Reali Sabaude, in collaborazione, fra gli altri, con l’Antikenmuseum und Sammlung Ludwig di Basilea (CH), il Museumslandschaft di Hessen-Kassel (D), il Museo Archeologico Nazionale e il Museo Filangieri di Napoli.
L’esposizione illustra il mito dell’eroe greco e dei temi a esso legati, con un’ampia selezione di oltre 70 opere, tra ritrovamenti archeologici, gioielli, opere d’arte applicata, dipinti e sculture, manifesti, filmati e molto altro, provenienti da istituzioni pubbliche e da collezioni private, capaci di coprire un arco cronologico che, dall’antichità classica giunge fino al XX secolo.
L’iniziativa acquista un particolare significato alla luce dei lavori di restauro in corso della “Fontana d’Ercole”, fulcro del progetto secentesco dei Giardini della Reggia, un tempo dominata dalla Statua dell’Ercole Colosso, e da cui inizia idealmente la visita.
Il percorso alla Venaria si apre con una sezione che ripercorre l’origine del mito in epoca pagana, con una serie di ritrovamenti archeologici di grande pregio e raffinatezza, come vasi, anfore, coppe, realizzate nella regione greca dell’Attica tra il 560 e il 480 a.C., provenienti dall’Antikenmuseum di Basilea, che raffigurano diverse imprese canoniche dell’eroe; tra queste spiccano la monumentale anfora del Pittore di Berlino, una delle massime espressioni della ceramica ateniese e l’hydria (vaso) attribuita al Gruppo dei Pionieri.
La mostra prosegue con la parte che testimonia la diffusione della rappresentazione della leggenda erculea in àmbito romano, con alcune statuette in bronzo o in terracotta, oltre a una testa colossale di Ercole in riposo, copia della seconda metà del I secolo a.C. di un’opera di Lisippo risalente al 320/310 a.C.
O ancora, il calco in gesso del gruppo bronzeo di Ercole con la cerva di Cerinea di Lisippo dalla Skulpturhalle di Basilea o due intonaci dipinti provenienti dall’Augusteum di Ercolano, oggi conservati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che raffigurano Eracle con il Cinghiale e con il Leone di Nemea. Chiudono la sezione due coppe in argento realizzate da Gianmaria Buccellati, sbalzate e cesellate con le fatiche di Ercole, le cui forme si ispirano a quelle di altrettanti skyphoi rinvenuti a Pompei nella casa del Menandro e di cui in mostra si possono vedere i passaggi di fabbricazione, ancor oggi identici a quelli antichi.
La mostra di Venaria analizza quindi il passaggio tra il mito pagano di Ercole e il recupero che ne fece il cristianesimo nel Medioevo, quando la figura del semidio dalla forza straordinaria e dal carattere esemplare è associata a quella del Salvatore, al punto che la discesa agli inferi di Ercole per strappare Alcesti a Thanatos, prefigura la discesa di Cristo nel Limbo per liberare le anime dei giusti, così come le sue vittorie contro gli animali mitologici annunciano la vittoria del Redentore sul demonio. In questa sezione s’incontra un prezioso cofanetto in avorio, prodotto da una bottega costantinopolitana nella prima metà dell’XI secolo, raffigurante l’eroe che strangola il leone e solleva Anteo, il gigante figlio di Poseidone e di Gea che perdeva la sua forza se non toccava terra, proveniente dal Museo Archeologico nazionale di Cividale del Friuli.
Una sala della residenza sabauda sarà inoltre dedicata alla persistenza del mito di Ercole in capolavori di arte decorativa, come ventagli, elmi, boccali, coppe, cassoni, e altro. Qui spicca un prezioso e raffinato boccale tratto da un monoblocco di avorio proveniente dalla Kunstkammer dei granduchi di Baden oggi conservato al Badisches Landesmuseum di Karlsruhe in Germania.
La celebrazione dell’eroe invincibile proseguirà in epoca moderna, attraverso le opere pittoriche e plastiche, a partire dal Rinascimento, come L’Apoteosi di Ercole (1539) del Garofalo, e proseguendo nel Seicento con la scultura di scuola romana Ercole Fanciullo con il serpente, pezzo molto suggestivo della Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli e nel Settecento con due pregevoli manufatti in terracotta dorata di Lorenzo Vaccaro, forse importanti committenze del vicerè spagnolo Don Gaspar de Haro allora a Napoli, e oggi custodite nel Museo Filangieri.
Un focus speciale sarà riservato a Gregorio de Ferrari, pittore del barocco genovese, qui per la prima volta con tutte le cinque grandi tele raffiguranti Ercole durante le sue più celebri fatiche e il momento in cui viene accolto nell’Olimpo, provenienti dalla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola di Genova.
Particolarmente interessanti saranno gli approfondimenti che analizzeranno, da un lato, la presenza della statuaria erculea nei giardini e dall’altro le piante a essa collegate, a cura di Darko Pandakovic, attraverso alcuni esempi che si ritrovano in parchi di residente private e di palazzi aristocratici, come Palazzo Pitti a Firenze, Le Tuileries a Parigi, il Castello di Powis in Gran Bretagna, o La Venaria stessa e, dall’altro, l’influenza che l’eroe ebbe nella storia dell’architettura, grazie a un video-passeggiata raccontata da Claudio Strinati.
La rassegna prosegue con una sezione dedicata alla città tedesca di Kassel, che ha nella gigantesca statua dell’eroe greco uno dei suoi simboli; dal suo museo provengono alcuni cammei del Sei/Settecento e in questa occasione verrà presentato un eccezionale filmato aereo della reggia e del parco che furono voluti da Guglielmo I d’Assia-Kassel.
Chiudono idealmente l’esposizione una curiosa sezione che, ricostruendo un’ambiente di foyer cinematografico anni ‘50/60, testimonia il rifiorire negli ultimi decenni dell’interesse sul mito di Ercole, con i grandi film, cosiddetti del “peplo”, prodotti a Cinecittà negli anni sessanta e poi ancora recentemente a Hollywood, che videro impegnati attori quali Giuliano Gemma o Arnold Schwarzenegger, oltre alla trasposizione in disegni animati di Walt Disney.
Catalogo Skira.
ERCOLE E IL SUO MITO
Reggia di Venaria, Sale delle Arti, II piano
piazza della Repubblica 4 – Venaria Reale (Torino)
13 settembre 2018 – 10 marzo 2019
Orari: dal 13 settembre al 14 ottobre:
martedì-venerdì, 10.00-18.00 | sabato, domenica e festivi, 10.00-19.30 | chiuso lunedì
dal 15 ottobre: martedì-venerdì, 9.00-17.00 | sabato, domenica e festivi, 9.00-18.30 | chiuso lunedì
la biglietteria chiude un’ora prima
Aperture speciali: Capodanno (1° gennaio, 11.00-18.00), Epifania (6 gennaio)Biglietti:
intero: €12,00;
ridotto: €10,00 (gruppi di min. 12 persone, maggiori di 65 anni);
ridotto Under 21(ragazzi dai 6 ai 20 anni e universitari under 26): €6,00
scuole: €3,00 (classi min. 12 studenti, ingresso gratuito per 2 accompagnatori ogni 27 studenti)
gratuito: minori di 6 anni
Diritti di prenotazione sull’acquisto dei titoli d’accesso per i gruppi con guida esterna: €10,00 a gruppo – €5,00 a classe.
Informazioni: tel. +39 011 4992333; www.lavenaria.it –www.residenzereali.it
Catalogo: Skira
Ufficio stampa Consorzio Residenze Reali Sabaude:
T. +39 011 499 23 00 | press@lavenariareale.it
Ufficio stampa mostra:
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