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Francesca Licari, ricerca continua in ogni direzione poetica


Francesca Licari, Alieni, alabastro gessato colorato, cm 50 x 40. 1999
Francesca Licari, Alieni, alabastro gessato colorato, cm 50 x 40. 1999




Iniziamo con una breve scheda anagrafica. Nell’ambito dell’espressione artistica può immediatamente specificare il suo orientamento stilistico ed espressivo? Sono in un continuo divenire, in work in progress. Sento la necessità di usare diverse tecniche ed esprimermi in più espressioni.

L'artista Francesca Licari
L’artista Francesca Licari

Ci può raccontare imprinting visivi, immagini artisticamente ossessive, che hanno preceduto e assecondato la scelta di intraprendere la strada formativa per diventare artista? Una in particolare: la “Morte di Cristo” di Andrea Mantegna. La potente prospettiva di questa opera, suscita un forte impatto emotivo. E’ appositamente studiata per coinvolgere lo spettatore . I piedi di Cristo che inducono a posarvi lo sguardo, rendono umano quel dio divenuto uomo nella sua totale sofferenza.   La formazione vera e propria. Dove e su cosa ha particolarmente lavorato? Sono esistite, in quel periodo, infatuazioni espressive poi abbandonate? Come si sviluppa e si conclude – nel senso stretto dell’acquisizione dei mezzi espressivi – il periodo formativo? Ho cominciato col figurativo su carta e su tela, con l’uso dell’acquarello, tempera e olio, in seguito su legno, il materico, il pirografo, la porcellana colorata in polvere e la cera persa per le gioie- sculture. Ma è la scultura a coinvolgermi particolarmente nel gioco della tridimensionalità e nel dominio sulla pietra che, man mano, si trasforma docile sotto i miei occhi.

Francesca Licari, Tenerezza, tecnica mista su legno, pirografia, argilla e ferro, cm 60x70, 1998
Francesca Licari, Tenerezza, tecnica mista su legno, pirografia, argilla e ferro, cm 60×70, 1998

Nell’ambito dell’arte, della filosofia, della politica, del cinema o della letteratura chi e quali opere hanno successivamente inciso, in modo più intenso, sulla sua produzione? Perché? Le imponenti sculture moai dell’isola di Pasqua, un mistero tutt’ora insoluto nella sua imponente essenzialità; Nel pensiero filosofico e politico, gli autori classici; nel cinema, i film degli anni 30/50.   Gli esordi come e dove sono avvenuti? Ci può descrivere le opere di quei giorni e far capire quanto e come le stesse – anche per opposizione – abbiano inciso sull’attuale produzione? Sin da bambina, ho sentito la necessità di dare un imprinting personale agli oggetti che mi passavano sottomano. Successivamente ho trovato la mia dimensione attraverso la creatività, che mi appagava pienamente, giorno dopo giorno.

Francesca Licari, il parto, alabastro gessato, cm 50x40, 2009
Francesca Licari, il parto, alabastro gessato, cm 50×40, 2009

Quali sono stati gli elementi di svolta più importanti dall’esordio ad oggi. Possiamo suddividere e analizzare tecnicamente, espressivamente e stilisticamente ogni suo periodo? La ricerca, da sempre. Ho cominciato con la matita e lo studio del chiaroscuro e del nero di china,anche diluito con acqua distillata. La scultura sicuramente ha inciso nel cambiamento. Io stessa scelgo la pietra da scolpire, cercandola fra le campagne siciliane e provo una fortissima emozione nel rendermi conto che è la stessa pietra usata dai miei avi per costruire templi, anfiteatri e abitazioni; una pietra morbida e ricca di sapienza, ancora oggi usata nell’edilizia. Sono anche presidente dell’Associazione Culturale Europea La Gattoparda, che mi offre molte occasioni per promuovere varie manifestazioni culturali e artistiche, di cui molte rivolte al sociale.   Ci sono persone, colleghi, collezionisti, galleristi o critici ai quali riconosce un ruolo fondamentale nella sua vita artistica? Perché? Devo molto alla galleria del “Secondo Rinascimento” di Bologna ed ai suoi collaboratori e critici. Per anni sono stata presente con le mie opere, è stata una vetrina interessante  sia per il territorio nazionale che per la visibilità fuori dal Paese. Al momento, ho deciso di proseguire da sola perché lo stato attuale della logica di mercato imposta dai galleristi, mal si adatta al mio spirito selvaggio e alla mia sete di continua ricerca.   Materiali e tecniche. Ci può descrivere, analiticamente, come nasce una sua opera del periodo attuale, analizzandone ogni fase realizzativa, dall’idea alla conclusione? Mi riferisco sempre alla bellezza intesa in senso lato, avendo come punto di riferimento le opere del Canova e l’essenzialità di Giacometti   Progetti nell’ambito espressivo e tecnico? Ricerca. Sempre in divenire. Diventare testimone e narratrice del tempo, attraverso le mie opere   Orientativamente, quali sono le quotazioni o comunque i prezzi delle sue opere, indicando le commisurazioni? Quantificare il mio lavoro, in questo grazioso contesto,mi svilisce.

Francesca Licari, Andalusa, olio su tela, cm 60x80, 2000
Francesca Licari, Andalusa, olio su tela, cm 60×80, 2000

A parte lei – che diamo come autore da acquisire – può indicarci il nome di colleghi di cui acquisterebbe le opere nel caso fosse un collezionista? Canova, Giacometti, John Constable, l’artista sognatore che inseguiva le nuvole perché anch’io sono una sognatrice:  vivo in un mondo parallelo, un altrove inondato di musica che scelgo istintivamente nello stesso momento in cui analizzo il materiale per la prima volta. Vi ringrazio per questa intervista e vorrei lasciarvi con alcuni miei versi sull’Arte:  

L’ARTE

é l’aratro dei sogni, il linguaggio in azione

L’ARTE

é comunicazione di estasi in sintonia con mondi cosmici

L’ARTE

 é mani pensanti che assorbono e riversano vibranti spasimi su colori in attesa trasfigurati da evidente immaginazione

L’ARTE  

é maestra indomita di vita in movimento che speranzosa attende la caparbietà di nuove coscienze

FRANCESCA LICARI

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