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Francesco Paolo Michetti, lo straordinario pittore amico di D'Annunzio. Le sue opere. Da guardare


Nacque a Tocco di Casauria nel 1851. Cominciò prepararsi a Chieti, in Abruzzo. Il suo innegabile talento lo portò in città dove ottenne una borsa di studio nel 1868 per continuare i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Napoli. A Napoli fu particolarmente attratto dal realismo di Domenico Morelli, Filippo Palizzi e la Scuola di Resina. Nonostante la scarsa partecipazione ai corsi accademici, vinse due premi.
Nel 1872 Michetti partecipò al Salon de Paris e la gallerista tedesca Reutlinger iniziò a vendere i suoi lavori. Ciò ha portato a stimoli artistici febbrili. Si interessò al lavoro di Mariano Fortuny e iniziò a studiare fotografia, probabilmente con la mediazione di Filippo Palazzi.
Nel 1875, e nel 1877 espose nuovamente al Salone di Parigi e all’Esposizione Nazionale di Napoli, ricevette un’attenzione particolare. Alla fine dell’Ottocento la sua partecipazione alle mostre divenne più intensa e nel 1878 andò all’esposizione universale di Parigi, nel 1880 alla prima esposizione internazionale di arte moderna della Società Raffaello e nel 1881 all’Esposizione Nazionale di Milano.
L’anno seguente segna una svolta nella carriera di Michetti. Il monumentale dipinto “Il Voto”, presentato all’Esposizione Internazionale di Roma, colpisce la critica e il pubblico con il crudo realismo in cui descrive il festival di San Pantaleone a Miglianico. L’opera, recensita da D’Annunzio nelle pagine di “Fanfulla della Domenica”, entrò definitivamente nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma: la prima metà del 1890 vide Michetti partecipare a importanti mostre in Germania, tra cui l’Esposizione Internazionale d’Arte della Società degli Artisti a Berlino nel 1891. Nel 1895 il dipinto La Figlia di Jorio (Pescara, Palazzo della Provincia) riceve una medaglia alla 1a Biennale di Venezia. La giuria scrisse: “Michetti […] ha espresso il dramma umano con sincerità, con un immenso potere naturalistico”. Durante la seconda metà del decennio, la partecipazione di Michetti alle mostre pubbliche divenne sempre più sporadica. L’artista trascorse lunghi periodi di isolamento nel convento di Francavilla, reinterpretando il suo ricco materiale fotografico nella realizzazione delle immagini de Le Serpi e degli Gli Storpi, che sarebbe stato presentato dopo anni all’esposizione universale di Parigi del 1900. In questo periodo la fotografia non era più un semplice strumento per la raccolta di materiale documentario, ma divenne un linguaggio di espressione in sé, il cui potenziale. Nel 1909, Michetti fu nominato Senatore del Regno, e l’anno seguente accettò di inviare quindici dei suoi paesaggi alla Biennale di Venezia. Questa sarebbe stata la sua ultima apparizione pubblica, e fu seguita da in definitiva inutili tentativi di persuaderlo a presentare di nuovo il suo lavoro per l’esibizione pubblica. Tuttavia, nel 1913 accettò l’invito a diventare membro del Consiglio di amministrazione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, nonché membro nel 1921 del Board of Acquisitions della stessa istituzione. Morì di polmonite nel convento di Francavilla il 5 marzo 1929.