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Giallo sulla morte "misteriosa" di Jeanne Modigliani? Parisot è sul piede di guerra


Jeanne, la figlia di Amedeo Modigliani, (Nizza, 29 novembre 1918 – Parigi, 27 luglio 1984) storica dell’arte, muore in seguito a una caduta, in casa, nel 1984, a Parigi. Ha 66 anni. Diagnosi: emorragia cerebrale. Ciò avviene tre giorni dopo il ritrovamento delle tre false “teste di Modigliani” e mentre la studiosa progettava di costituire a Livorno una Fondazione dedicata al padre. Ma cadde per l’emorragia o fu spinta, come qualcuno insinua, in seguito a una lite legata alle carte del padre? Il giallo di Jeanne viene fatto emergere in queste ore da nuove pubblicazioni su Modigliani, che portano i lettori lungo la pista dell’intrigo mortale. Senza indugi, abbiamo raccolto la testimonianza più importante, quella di Christian Parisot, al quale in quegli anni era stata affidata dalla stessa Jeanne, come proprio successore a vita, l’associazione culturale Archives Légales Amedeo Modigliani.

Una rara fotografia di Christian Parisot e di Jeanne Modigliani

“Ho ufficialmente informato le autorità francesi a proposito delle recenti affermazioni infondate e devianti in merito alle circostanze e alla dinamica dell’incidente domestico che ha causato, nel 1984, la morte di Jeanne Modigliani – dice Parisot a Stile arte – Chiunque ponga un dubbio rispetto alla comprovata linearità degli eventi certificati si pone in una posizione che sta al di là della legge. Disponiamo di atti ufficiali, del certificato di ricovero e morte in ospedale, della testimonianza dei militi della Croce Rossa che intervennero per soccorrerla in casa. E pure delle testimonianze dell’ex marito della signora Modigliani, che entrò nella casa, con i soccorritori della Croce rossa e che ne parlò – anni dopo – durante una serata culturale a Livorno”.
“Peraltro – prosegue lo specialista di Modigliani – la disgrazia fu monitorata attraverso le consuete procedure di soccorso e di ricovero che non evidenziarono altra possibilità che un’emorragia cerebrale provocata da una caduta domestica. La casa era in ordine, nessun segno di violenza e la porta d’ingresso era chiusa dall’interno con due mandate. Ciò significa che Jeanne era sola, quando avvenne la disgrazia”.
“Così – prosegue Parisot – i fatti – tutti documentati – andarono in modo completamente diverso da quanto si sta dicendo in queste ore. Jeanne Modigliani è deceduta in Ospedale (Hopital Universitaire Pitié Salpetrière -83 boulevard de l’Hopital- Parigi) 48 ore dopo il soccorso prestato dalla Croce Rossa. Il suo corpo non presentava segno di violenza procurata, altrimenti sarebbe stata aperta, d’ufficio, un’inchiesta diretta dalle autorità competenti e della Gendarmeria”.
Qualcuno dice che Jeanne morì a casa e non in ospedale. ” In quel caso, come ben sappiamo non ci sarebbe stata possibilità alcuna di rimuovere il corpo da casa, prima di una serie di accertamenti – dice Parisot – Il corpo sarebbe rimasto sul luogo, chiuso nell’abitazione, come da prassi di legge. Poi ci sono i certificati di ricovero”.
La ricostruzione dell’episodio venne resa pubblica più volte, secondo Parisot, ma in modo particolarmente analitico nel 1989, 5 anni dopo la morte di Jeanne, nel corso della presentazione del volume “La Scuola di Parigi e Modigliani” (un momento della presentazione, nella foto qui sotto) edito dalla Graphis Arte di Livorno, con la presentazione ed il testo introduttivo, edito e approvato a firma del dott. Carlo Pepi – allora direttore del museo ‘casa natale di Modigliani.
“Il signor Waldemar Nechtschein, ex marito di Jeanne e vice-presidente degli Archivi Legali Amedeo Modigliani rispose alle domande dei numerosi giornalisti intervenuti in quella occasione al teatro Quattro Mori – afferma Parisot – Con estrema precisione descrisse i momenti del ritrovamento, a proposito della scoperta del corpo di sua ex moglie al n° 205 di Boulevard Vincent Auriol, nel suo appartamento, in un immobile moderno. Nechtschein escluse nel modo più categorico qualsiasi atto di intrusione nell’appartamento, essendo la porta e la serratura intatte, a fronte della presenza di tutti gli oggetti domestici in perfetto ordine e senza dubbio alcuno di una possibile aggressione fisica, senza alcun segno di violenza fisica sul corpo della ex moglie”.
Un momento della presentazione del libro durante la quale l’ex marito di Jeanne ricostruì l’accaduto