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Grandine e neve d'agosto. E' Santa Maria della Neve. Come e perchè? Culto, frigo e opere d'arte


Masolino da Panicale, Miracolo della neve, particolare, Museo di Capodimonte, Napoli. La curiosità. il dipinto è molto citato nell’ambito dell’ufologia per la presenza di nubi simili ad astronavi aliene, come possiamo vedere meglio, nel dipinto integrale, più sotto

Nei primi giorni d’agosto – anche quando non si potevano supporre cambiamenti climatici legati a un inquinamento pressante – l’aria fredda riesce spesso a raggiungere la nostra penisola, surriscaldata e umida, provocando non solo intensi temporali ma anche grandinate che imbiancano il terreno e, in alcune zone, anche in pianura, fenomeni che possono evocare la neve invernale. Proprio il 5 agosto, viene celebrata a Roma, Santa Maria della Neve, che riporta ad immagini di paesaggi imbiancati all’inizio del mese canicolare. La Madonna della Neve è oggetto, naturalmente, di intense suggestioni artistiche, che si materializzano in dipinti di altissima qualità, come l’opera di Masolino da Panicale, dedicata a questo miracolo. Probabilmente il culto – da noi molto diffuso – venne progressivamente collegato, in un Paese agricolo, alla richiesta di grazie, nel periodo estivo, affinchè i campi fossero preservati dalla grandine violenta che distrugge vigneti e frutta. Ma precipitazioni di ghiaccio, nel caso non fossero devastanti, erano considerate esse stesse una grazia perchè, ben spazzate e caricate su carri, consentivano di alimentare le ghiacciaie, nel periodo caldissimo in cui le nevi invernali accumulate nel profondo di vani cantina – e spesso alimentate attraverso le bocche di lupo – o in edifici sotterranei, -ipogei a forma di igloo, costruiti nei giardini e nei parchi – si erano sciolte e la conservazione dei cibi iniziava a risultare problematica. Il concetto era: grazia, ma non “troppa grazia”, Nostra Signora della neve. L’arrivo del vento fresco dava poi un grande refrigerio, dopo settimane di caldo insopportabile. Il ghiaccio d’agosto consentiva di raffrescare le bevande, per immersione – come avviene anche, attualmente, nel cestello dello champagne – e anche di produrre, prima dell’avvento delle fabbriche di stecche ghiacciate, qualche delizioso sorbetto. Per noi, oggi, tutto ciò sembra banale. Ma acqua e vino freschissimi, d’agosto e pure il ghiaccio di un sorbetto apparivano, certo, nelle civiltà preindustriali, come un dono celeste.
Masolino da Panicale, Miracolo della neve, Museo di Capodimonte, Napoli

Ma come nacque questa devozione? Alla neve d’agosto fu celestialmente demandato il compito di indicare la posizione della costruzione di una chiesa. Nel IV secolo, ai tempi del pontificato di Liberio, un ricco nobile romano, Giovanni, decise con la moglie, non avendo avuto figli, di offrire i propri beni alla Vergine per la costruzione di una chiesa a lei dedicata. La Madonna, secondo le cronache antiche, apprezzò il loro desiderio e apparve in sogno ai coniugi la notte fra il 4 e il 5 agosto, indicando il luogo dove sarebbe sorta la chiesa: il colle Esquilino. La mattina successiva, la coppia romana, corse dal pontefice per narrare, con concitazione, il sogno che aveva attraversato la notte di entrambi. Anche il pontefice, stupito, raccontò di aver fatto lo stesso sogno, quella notte. Così Papa, coniugi e corte raggiunsero il colle Esquilino, che fu trovato coperto di neve in piena estate. Il pontefice capiì che la neve era segno di una volontà divina e tracciò il perimetro della nuova chiesa seguendo la superficie del terreno innevato e fece costruire l’edificio sacro a spese dei nobili coniugi. Neve e grandine appartengono pertanto da almeno 1700 anni alla Madonna d’agosto
Il Miracolo di Santa Maria della Neve in un dipinto della chiesa omonima, a Carmagnola, in provincia di Torino, http://www.cittaecattedrali.it/it/bces/303-chiesa-della-madonna-della-neve

Non è difficile presumere che la neve fuori stagione fosse un indizio per opere fondative. Nel caso di un imbiancamento superficiale, infatti, e di temperature estive, il contatto di neve o grandine con il terreno provoca scioglimenti più rapidi nei punti in cui sono presenti fondamenta di edifici precedenti o strutture rocciose a livello del terreno. Il ghiaccio si scioglie prima a contatto con le pietre, in precedenza surriscaldate dal sole estivo. E nel caso esistano fondamenta di edifici scomparsi, è possibile vedere, con esiti prodigiosi, il loro perimetro che si staglia, con evidenza lineare e geometrica, sul suolo.
Il giorno di Santa Maria della neve era i davvero importante, nel calendario dei nostri antenati. Si diceva: il giorno di Santa Maria della Neve e tutti capivano, che giorno fosse, perchè era uno dei capisaldi del calendario stesso, che oggi abbiamo perduto. Leonardo 21enne, ad esempio, appone per la prima volta una data a un disegno (19X28,5 cm., Gabinetto degli Uffizi, Firenze) con la dicitura: “ Dì de Sta Maria della Neve/ Adì 5 daghosto 1473”, ovvero il 5 agosto 1473 data dedicata alla Madonna della Neve.
Il paesaggio di Leonardo realizzato nel giorno dedicato a Santa Maria Santa Maria della Neve

Il culto sulla Madonna della Neve (Sancta Maria ad Nives o Nostra Signora della Neve) andò comunque sempre più confermandosi, a livello popolare. Tra il XV e il XVIII secolo si registrò la massima diffusione delle chiese dedicate alla Madonna della Neve e d tanti riti che riguardano anche oggi, soprattutto sotto il profilo folklorico, interi paesi e quartieri di città. A Roma il 5 agosto nella patriarcale Basilica di Santa Maria Maggiore, il miracolo viene poeticamente evocato con una pioggia di petali di rosa bianca, che vengono lasciati cadere all’interno della cupola durante la solenne celebrazione liturgica.
Complessivamente, in Italia, 152 edifici di culto sono intitolati a Santa Maria della Neve. Ben 31 sono in Piemonte, in Lombardia sono 19, in Campania 17.
https://stilearte.it/var/www/vhosts/stilearte.ithttpdocs/a-che-velocita-viaggia-un-chicco-di-grandine-e-la-grandine-puo-essere-mortale-e-la-velocita-della-goccia-di-pioggia/