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I cani nell'arte – Connotano l’ambiente sociale


In Pisanello e, successivamente in Piero della Francesca e in Mantegna, ai levrieri o ai molossi viene affidato pure il compito di rafforzamento degli indicatori sociali presenti negli ambienti in cui si svolge l’azione.

Nell’affresco dedicato alla Partenza di San Giorgio (1436-1438, nella foto), Pisanello raffigura, in primo piano, accanto al santo guerriero, un imponente e agile cane da battaglia, inserito come elemento di solenne potenziamento della parata bellico-cavalleresca.
Ma lì sotto il nerboruto animale – e non tanto, a mio giudizio, come una semplice citazione verista all’interno di un tessuto narrativo leggendariamente gotico – dipinge un bastardino dal pelo fulvo, animale tozzo, reso quasi amorfo dalla goffaggine. Il contrasto tra le immagini dei due animali si rivela strategico nell’ambito della costruzione della scena, nella quale svolge il ruolo di “basso continuo” in grado di rappresentare, in modo simbolico, lo iato tra il mondo dei cavalieri e quello del popolo. Le figure dei cani – l’uno nobile e potenzialmente aggressivo, l’altro di razza incerta e caratterialmente disarmato – fungono da ottimo preambolo alla scena dipinta in secondo piano, nella quale appare il conciliabolo tra i maggiorenti della città accanto ai quali il pittore dipinge contadini dall’espressione beota.
I levrieri che Piero della Francesca inserisce nell’affresco de In Pisanello e, successivamente in Piero della Francesca e in Mantegna, ai levrieri o ai molossi viene affidato pure il compito di rafforzamento degli indicatori sociali presenti negli ambienti in cui si svolge l’azione.

Pisanello, Partenza di San Giorgio
Pisanello, Partenza di San Giorgio

I levrieri che Piero della Francesca inserisce nell’affresco del 1451 in cui si raffigura Sigismondo Malatesta agiscono come elemento di nobile dilatazione dell’immagine del signore di Rimini.


Osserviamo anche i molossi di Mantegna, nella Camera picta di Palazzo ducale, a Mantova, fieri del proprio collo taurino e del busto statuario, trattenuti a stento dai valletti di casa Gonzaga. Essi non appaiono soltanto, realisticamente, come membri di diritto della famiglia gonzaghesca ai quali spetta di entrare nel grande ritratto politico della Signoria, ma incarnano simbolicamente la forza dirompente del piccolo Stato padano, accanto a levrieri, che invece vengono attivati sul versante della raffigurazione cortese, come elementi in grado di suscitare l’idea di aristocratica leggiadria della corte. Ma torniamo, dopo questa breve incursione sugli status-symbol, ai piccoli animali da compagnia dipinti dagli artisti con il fine di suggerire l’esatto gradiente emotivo degli ambienti.