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I "cappelli" dei tetti di Parigi. Di cosa sono fatti? E quando e perché furono inventati?


I tetti di Parigi con le coperture di Zinco che assumono il color prugna delle nubi temporalesche, courtesy AlfvanBeem photo- Own work

Gustave Caillebotte ( 1848-1894), Nevicata sui tetti (effetto neve)

I tetti di numerose abitazioni di Parigi sono realizzati in lastre di zinco, sagomate fino a coprire, più in basso e lateralmente, lo spazio delle mansarde. Il mutamento degli edifici di Parigi, tetti compresi, avvenne con la vasta opera di riordino urbanistico affidata al barone Husmann, che disegnò in città anche ampi boulevard, Lo zinco godette della standardizzazione architettonica imposta da Hausmann per la copertura di edifici pubblici e privati.
A metà del diciannovesimo secolo, la città di Parigi ebbe una crescita significativa della popolazione, con un raddoppio, in cinquanta anni, che la portò a superare il milione di abitanti. La metropoli stava crescendo sia in superficie che in altezza. Hausmann, che offrì ai proprietari degli immobili, la possibilità di sovralzi degli edifici, indicò, per la sicurezza della struttura, l’uso di coperture più leggere delle tegole di cotto o di ardesia. Il materiale più leggero e impermeabile era, dopo nuovi processi industriali di laminazione, lo zinco. Per accogliere i nuovi arrivati, i tetti furono rialzati e quelle che, in molti casi erano soffitte, diventarono luoghi abitabili, con una riduzione del peso per la realizzazione della struttura. Molti proprietari, per accrescere le superfici, accolsero l’indicazione migliorativa di Hausmann poichè ottenevano, a basso costo,, un piano abitabile in più, mentre la città uniformava il paesaggio, caratterizzandolo fortemente nell’ambito visivo e migliorando le strutture sotto il profilo delle sicurezza e della durevolezza.
Coperture metalliche erano state utilizzate nell’architettura pubblica, nel passato. Esempio di un tetto, che diviene denominazione di un edificio, è il carcere dei Piombi. I Piombi sono un’antica prigione sita nel sottotetto del Palazzo Ducale di Venezia, nel sestiere di San Marco. Il nome deriva dal materiale col quale era costruito il loro tetto. La scelta del metallo come copertura del tetto derivava dalla maggior durata e dall’eliminazione di infiltrazioni di pioggia.
L’elevato costo dei materiali e l’alto peso specifico, come dicevamo, restringeva le coperture metalliche a un numero limitato di edifici. La vera rivoluzione, nell’ambito della diffusione del metallo in edilizia si ebbe in seguito a un’invenzione del 1809, quando il chimico belga Daniel Dony perfezionò un processo per ottenere uno zinco molto puro dalla calamina, un minerale contenente zinco presente in Belgio. Dony riuscì a laminare lo zinco, creando anche lastre molto sottili, leggere e malleabili, facili da tagliare, piegare e saldare. Esposto all’aria e alla pioggia, lo zinco si copre di una patina impermeabile e protettiva, che gli consente di durare, senza grandi interventi di manutenzione, per almeno 80 anni.
Le mansarde, con queste nuove coperture, mutarono lo spazio d’uso degli ultimi piani degli edifici parigini, in precedenza abitati da gente poverissima e da bohemien. Le mansarde divennero luoghi romantici ma salubri, molto spesso scelti da giovani coppie, da intellettuali e da gente alla moda.
I tetti in zinco hanno anche la particolarità di mutare il tono cromatico, con il cambiamento del tempo meteorologico e ciò perchè, al di sotto dello strato di ossidazione, resta una superficie che riflette la luce.
Visto dal cielo, Parigi è un mosaico di grigio cangiante composto di ardesia e zinco. Questi tetti sono tipicamente parigini, tanto che il sindaco del nono arrondissement ha depositato all’Unesco nel 2014, una nomination per il riconoscimento dei tetti di Parigi come Patrimonio dell’umanità.