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I due sigilli magici di Leonardo da Vinci. Così acquistava potenza dai Cieli. Fiamme e lenitivo anti-ustioni


Il destino nel nome. Leonardo trasse da proprio nome di battesimo gli auspici e la determinazione e la forza ardente. Nel Rinascimento i nomi personali, i cognomi, i luoghi o il giorno del battesimo venivano assunti come indicatori del destino, da conservare e rafforzare. Nell’ambito della magia bianca – ma pure nella Medicina – erano anche utilizzati gli oroscopi.

Il grande artista spezzò il proprio nome, in rebus. E ne trasse due imprese, figure simboliche, spesso dotate di un motto, che avevano la funzione di configurare sia i presupposti caratteriali di sé che configurare il fine al quale l’attività umana si orientava. Le imprese accompagnavano. come scopi della vita – normalmente erano più d’una – come fossero pro-memoria di un’azione didattica da svolgere su se stessi per amplificare o compensare le tendenze ricevute dalla natura.

Nacque così Lion ardo. Un Leone tra le fiamme. Un Leone ardente. Il Leone ardente è anche quello di agosto, quello del solleone. (Sol Leo). Leonardo si sentiva ardere come il sole d’agosto, nella passione assoluta per la conoscenza. Pubblichiamo qui sotto, con immagine inversa, una tabella esplicativa, redatta da Bernardelli Curuz. (Per ingrandire l’immagine, cliccare sulla foto).

 

Associò al nome Leo anche il Nardo – che appare, molto probabilmente, in una minuscola illustrazione del Musico. Il nardo (Nardostachys jatamansi (D.Don) DC.) è una pianta della famiglia Valerianaceae. Il rizoma del nardo può essere schiacciato e distillato in un olio essenziale ambrato intensamente aromatico e molto denso, detto olio di nardo, tra le 11 erbe per l’incenso nel Tempio di Gerusalemme.
Probabilmente, Leonardo colse, in questo fiore che stava nel proprio nome, la radice semantica spirituale e terapeutica. L’olio di nardo veniva utilizzato anche per arrossamenti, bruciori e piccole ustioni. Il Leone di fuoco aveva la necessità di lenire le ferite provocate dall’ardore.E di curare gli altri. I due rebus erano pertanto concettualmente contrari, seppur collegati. Le fiamme e un lenitivo contro le ustioni.