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Ieri. I Musei. La mostra del Gabinetto Fotografico agli Uffizi




[box type=”note” ]Ieri. I Musei.
Fino al 1° febbraio 2015
Uffizi – Firenze
Orari:
dal martedì alla domenica ore 8.15- 18.50,
Biglietti:
libero accesso con il biglietto d’ingresso agli Uffizi
Biglietto intero: € 8,00
Biglietto ridotto: € 4,00
Biglietto gratuito
Acquista biglietti on line
[/box]
[googlemap src=”https://maps.google.it/maps?q=Galleria+degli+Uffizi,+Piazzale+degli+Uffizi,+Firenze,+50122+FI&hl=it&sll=43.767793,11.255322&sspn=0.007856,0.011673&oq=galleriaUffizi.+50122+Firenze&t=m&z=16″ width=”200″ height=”300″ align=”alignright” ][C’]è anche un’elegante immagine in bianco e nero della Gioconda di Leonardo da Vinci in temporanea esposizione nella Sala degli Autoritratti degli Uffizi – scattata nel dicembre del 1913 – nella mostra allestita nella Sala del Camino del complesso Vasariano, con il titolo “Ieri. I Musei”.
Curata dalla direttrice del Gabinetto Fotografico della Soprintendenza per il Polo Museale Fiorentino, Marilena Tamassia, fino al prossimo 1° febbraio 2015 (dal martedì alla domenica ore 8.15- 18.50, libero accesso con il biglietto d’ingresso agli Uffizi) l’esposizione propone una cinquantina di fotografie storiche, scelte tra le migliaia disponibili, scattate dagli operatori interni del Gabinetto Fotografico – fondato nel 1904 – unitamente al materiale realizzato in anni precedenti. Si tratta di scatti che testimoniano le mutazioni avvenute nell’esposizione delle opere d’arte nei musei, nell’arco di circa un trentennio e che riguarda alcuni allestimenti storici della Galleria degli Uffizi, della Galleria dell’Accademia, della Galleria d’Arte Moderna, del Museo di San Marco e del Cenacolo di San Salvi realizzati tra la fine dell’Ottocento e il 1920 circa.

Galleria dell’Accademia, Tribuna del David, neg. cm 4 x 10 (stereoscopia) L’immagine 5027 mostra il David a sinistra e al centro il Mosè. Le immagini sono state realizzate verosimilmente intorno al 1909, quando furono portati nella Galleria i Prigioni, il Torso di fiume e il San Matteo, di cui in questa stessa serie è documentato il castello per il trasporto. Corrado Ricci interviene nella Galleria dell’Accademia, all’epoca priva di una fisionomia precisa, connotandola come tempio della gloria michelangiolesca. Per raggiungere questo obiettivo nel 1906 ottiene dal re Vittorio Emanuele III i Prigioni collocati nella Grotta del Buontalenti a Boboli (Palazzo Pitti era reggia sabauda). È il capolavoro museografico di Corrado Ricci, documentato, tra l'altro dalle fotografie che fece eseguire nell'occasione dal Gabinetto Fotografico, di cui mostriamo la sequenza. Ridolfi raccontava: “ad essa Tribuna introduce un vastissimo ambiente rettangolare..si decorarono le pareti con ricchi arazzi raffiguranti le storie di Adamo ed Eva, e lungo i due lati della sala furono disposti alcuni calchi di opere minori del Buonarroti. Ne risultò così un ingresso severo, armonicamente collegato e introducente a quella tribuna dove si erge il famoso colosso, circondato dai calchi delle principali opere scolpite dal grande artefice fiorentino”
Galleria dell’Accademia, Tribuna del David, neg. cm 4 x 10 (stereoscopia)
L’immagine mostra il David a sinistra e al centro il Mosè. Le immagini sono state realizzate verosimilmente intorno al 1909, quando furono portati nella Galleria i Prigioni, il Torso di fiume e il San Matteo, di cui in questa stessa serie è documentato il castello per il trasporto. Corrado Ricci interviene nella Galleria dell’Accademia, all’epoca priva di una fisionomia precisa, connotandola come tempio della gloria michelangiolesca. Per raggiungere questo obiettivo nel 1906 ottiene dal re Vittorio Emanuele III i Prigioni
collocati nella Grotta del Buontalenti a Boboli (Palazzo Pitti era reggia sabauda). È il capolavoro  museografico di Corrado Ricci, documentato, tra l’altro dalle fotografie che fece eseguire nell’occasione dal Gabinetto Fotografico, di cui mostriamo la sequenza. Ridolfi raccontava: “ad essa Tribuna introduce un vastissimo ambiente rettangolare..si decorarono le pareti con ricchi arazzi raffiguranti le storie di Adamo ed Eva, e lungo i due lati della sala furono disposti alcuni calchi di opere minori del Buonarroti. Ne risultò così un ingresso severo, armonicamente collegato e introducente a quella tribuna dove si erge il famoso colosso, circondato dai calchi delle principali opere scolpite dal grande artefice fiorentino”

Oltre al capolavoro di Leonardo temporaneamente esposto agli Uffizi (in seguito al suo ritrovamento dopo il furto del 1911 al Louvre), è possibile ammirare un allestimento poco noto della Tribuna del David, nella Galleria dell’Accademia, così come una curiosa soluzione espositiva di alcune colonne nel Chiostro di San Domenico del Museo di San Marco. Questa sorta di indagine a ritroso nel tempo documenta i cambiamenti di percorsi espositivi, di allestimenti e di fruizione del museo come contenitore di opere d’arte e come promotore culturale, cambiamenti che la fotografia aiuta molto a evidenziare. La visita al museo dei primi del Novecento era parte di percorso di istruzione: vi si entrava come in chiesa, aggirandosi tra le sale con occhio ammirato e guida alla mano. Le fotografie storiche in mostra presentano sale vuote, silenti, spazi carichi di storia dove si consuma il rito dell’iniziazione culturale.
Museo di San Marco, Portico del chiostro, cm 21 x 27 La fotografia 17779, come le successive, documentano il chiostro di San Domenico dove erano allestiti i frammenti del vecchio centro di Firenze salvati dalle demolizioni, iniziate nel 1881. In questa immagine vediamo colonne, sapientemente allineate, accanto a capitelli, stemmi e sculture salvate dalla furia del piccone demolitore. L’allestimento originario fu curato da Guido Carocci e fu inaugurato nel 1889. È sopravvissuto sino agli anni Quaranta del Novecento.
Museo di San Marco, Portico del chiostro, cm 21 x 27
La fotografia documenta il chiostro di San Domenico dove erano allestiti i frammenti del vecchio centro di Firenze salvati dalle demolizioni, iniziate nel 1881. In questa immagine vediamo colonne, sapientemente allineate, accanto a capitelli, stemmi e sculture salvate dalla furia del piccone demolitore. L’allestimento originario fu curato da Guido Carocci e fu inaugurato nel 1889. È sopravvissuto sino agli anni Quaranta del Novecento.

Nel XIX secolo riprodurre le sale dei musei per mezzo della fotografia non era semplice, richiedeva tecniche e saperi agguerriti: era necessario un tempo di posa lungo nelle varie sale, che spesso avevano un’illuminazione adeguata alla conservazione, ma non agli scatti fotografici. I fotografi “primitivi” hanno saputo superare i limiti imposti dalla tecnica, regalandoci queste inquadrature suggestive di ampi spazi silenti e malinconici, che contrastano con la folla variopinta di oggi. Le fotografie di allestimenti museali storici sono sia strumenti utili per il processo di costruzione dell’immagine dei musei stessi, sia un documento di rara importanza e bellezza. Infatti i fotografi, come le guide, forniscono al viaggiatore una documentazione essenziale e condensata dei musei e dei capolavori che li attendono.
Galleria degli Uffizi, Sala autoritratti con Gioconda, 1913, cm 21 x 27 Tra le altre fotografie di documentazione trova degno posto lo scatto che raffigura La Gioconda, rubata da Parigi nel 1911 e ritrovata a Firenze nel 1913, qui ripresa nella sala degli autoritratti in Galleria. Questa foto, poco nota, si affianca accanto alle più note immagini nelle quali La Gioconda è mostrata insieme a Corrado Ricci e agli altri funzionari della Soprintendenza e a quella che ritrae La Gioconda accanto alle altre opere di Leonardo possedute dalla Galleria degli Uffizi. L'opera fu trafugata dal museo del Louvre nell'agosto 1911 da Vincenzo Peruggia. Nel dicembre 1913 fu esposta agli Uffizi.
Galleria degli Uffizi, Sala autoritratti con Gioconda, 1913, cm 21 x 27
Tra le altre fotografie di documentazione trova degno posto lo scatto che raffigura La Gioconda, rubata da Parigi nel 1911 e ritrovata a Firenze nel 1913, qui ripresa nella sala degli autoritratti in Galleria. Questa foto, poco nota, si affianca accanto alle più note immagini nelle quali La Gioconda è mostrata insieme a Corrado Ricci e agli altri funzionari della Soprintendenza e a quella che ritrae La Gioconda accanto alle altre opere di Leonardo possedute dalla Galleria degli Uffizi. L’opera fu trafugata dal museo del Louvre nell’agosto 1911 da Vincenzo Peruggia. Nel dicembre 1913 fu esposta agli Uffizi.

La scelta antologica della mostra impone limiti precisi, che non consentono una completa presentazione di tutte le fotografie degli allestimenti storici dei musei fiorentini, bensì una selezione rappresentativa della grande ricchezza dell’archivio del Gabinetto Fotografico della Soprintendenza per il Polo Museale Fiorentino.