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Il Bambino con la Melagrana porta gioia nel tuo 2016


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 Sandro Botticelli, Madonna della melagrana, 1487, tempera su tavola, 143,5×143,5 cm
Sandro Botticelli, Madonna della melagrana, 1487, tempera su tavola, 143,5×143,5 cm




botticelli bambino quadrato
Sandro Botticelli, Madonna della melagrana, (particolare), 1487, tempera su tavola, 143,5×143,5 cm

 
 
melagrana Jacopo della Quercia, Madonna della melagrana (1403-06).
La Madonna della melagrana (1403-1406) è ritenuta uno dei massimi capolavori della scultura italiana del Quattrocento. Ne è autore di Jacopo della Quercia, un «artista di dimensioni internazionali […] né soltanto gotico, né già rinascimentale; ancora profondamente medievale, ma capace di intuizioni che scavalcano tutto il Quattrocento» (L. Bellosi)
 
 
 
La Madonna Dreyfus (Madonna della melagrana) è un dipinto a olio su tavola (15,7x12,8 cm) attribuito a Leonardo da Vinci o Lorenzo di Credi e conservato nella National Gallery of Art di Washington. L'attribuzione a Leonardo è datata in genere al 1469 circa, facendone il primo dipinto autografo conosciuto; quella a Lorenzo di Credi al 1475-1480 circa, intendendola come una copia di un originale leonardesco perduto.
La Madonna Dreyfus (Madonna della melagrana) è un dipinto a olio su tavola (15,7×12,8 cm) attribuito a Leonardo da Vinci o Lorenzo di Credi e conservato nella National Gallery of Art di Washington. L’attribuzione a Leonardo è datata in genere al 1469 circa, facendone il primo dipinto autografo conosciuto; quella a Lorenzo di Credi, per noi assai più probabile, al 1475-1480 circa, intendendola come una copia di un originale leonardesco perduto.

 
 
La impugna Gesù Bambino, in braccio alla mamma. La mostra l’imperatore Massimiliano I, ritratto da Dürer. La melagrana è un frutto mitico, considerato sempre con connotazioni positive, che si sono stratificate, con il passare dei millenni. Originariamente il malum punicum, così chiamato dai romani perchè giungeva dalle coste settentrionali dell’Africa, era utilizzata come frutto terapeutico, che avrebbe favorito, tra l’altro, la maternità. Essa appare collegato a Giunone e a Proserpina. E’ il frutto in grado di ridare la vita anche al di là della morte. Per questo, in molte culture, esso è raffigurato in collegamento con i sepolcri. Ma è un messaggio di certezza gioiosa. E’ l’eterno ritorno. La trasformazione della negatività in positività e in luce.
botticelli
Sandro Botticelli, Madonna della melagrana, (particolare), 1487, tempera su tavola, 143,5×143,5 cm

melagrana Albrecht Dürer
Il Ritratto dell’imperatore Massimiliano I è un dipinto a olio su tavola di tiglio (74×62 cm) di Albrecht Dürer, siglato e datato 1519, e conservato nel Kunsthistorisches Museum a Vienna.

Dicevamo che su questa magnifica sfera, dalla scorza coriacea, sono giunte, anche dal passato remoto, più suggestioni positive. Nel Rinascimento essa appare collegata al Bambino, in sostituzione al globo del mondo. Un mondo prezioso, formato da splendide moltitudini, come rubini. Il frutto, nella mano di Cristo o della Madonna rappresenta pertanto l’unità gioiosa di ogni seme – la comunità dei fedeli – e, al tempo stesso ricorda il sangue di Cristo, sul quale si cementa l’unione tra uomo e Dio. L’imperatore Massimiliano I coglie questi eleemnti cristologici quando decide di fare della melagrana il proprio emblema. Anzichè impugnare una fredda sfera, per dimostrare la potestà sulla terra, egli regge una melagrana dalla cui crepa emergono i vividi chicchi. La sostituzione del frutto alla sfera, consente all’imperatore di affermare d’essere unità del mondo, in un processo vivo; un mondo formato dalla moltitudine degli uomini – i grani – perfettamente inscritti nella sfera imperiale, che è viva e succosa. E che instaura un parallelismo con Cristo.
melagrana madonna del granato
La Madonna del Granato, a Capaccio, in Campania. Con il passare del tempo si rafforza il collegamento della melagrana al potere della Chiesa, che, unisce, come chicchi, tutti i fedeli. La Madonna impugna uno scettro, la cui parte superiore è un frutto di melograno

 
 
melagrana Proserpina
 
Due versioni del quadro dedicato a proserpina, dipinte da Dante Gabriel Rossetti
Due versioni del quadro dedicato a Proserpina, dipinte da Dante Gabriel Rossetti

 
La melagrana appare nei quadri dedicati a Proserpina, la giovane rapita da Plutone, dio degli Inferi. Cerere, madre di Proserpina e dea dell’Olimpo, fu disperata alla notizia della scomparsa della figlia, e invocò l’aiuto di Giove.
« Dopo nove giorni e nove notti insonni di dolore, decise di rivolgersi a Giove per impetrarlo di farle riavere la figlia; ma Giove nicchiava (come poteva tradire suo fratello Plutone?).
Allora Cerere, folle di dolore, decise di provocare una grande siccità in tutta la terra. E dopo la siccità venne la carestia e gli uomini e le bestie morivano in grande quantità. Non valevano invocazioni e scongiuri alla dea, che era irremovibile.
Giove inviò Mercurio da Plutone per imporgli di restituire Proserpina alla madre. A Plutone non restò che obbedire. Però, prima di farla partire, fece mangiare alla sua amata dei chicchi di melograno”. (Claudiano)