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Il Bosch scoperto negli Usa. Cosa significano gli animali ai piedi di Sant'Antonio


 
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Un dipinto recentemente scoperto da Hieronymus Bosch che risale a un periodo attorno al 1500-10 è stato attribuito al maestro dopo essere stato scoperto in un deposito del Kansas City Museum. Il dipinto fu acquistato nel 1930 e fu tenuto in deposito per decenni, perché classificato come opera di un allievo o di seguace di Bosch. La nuova attribuzione è un’aggiunta significativa al piccolo corpus di lavoro e di Hieronymus Bosch (c. 1450-di-Hertogenbosch 1516).
La piccola tavola mostra Sant’Antonio, che è identificabile dalla croce a forma di T sul suo mantello. La mano sinistra poggia sul bastone, anch’esso a forma di tau. mentre usa la destra per riempire una brocca d’acqua. Il santo è minacciato in questa esistenza, dedicata a Dio, dalle strane creature che lo circondano. Anche se l’immagine è stata pesantemente ritoccata e sovraverniciato durante un restauro del ventesimo secolo, la mano di Bosch è ancora chiaramente riconoscibile nel pennellata originale. Se guardiamo al di là di queste aggiunte successive, è chiaro quanto strettamente questa scena è legata alla fascia sinistra dell’opera dedicata all’eremita, conservata nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Il team di ricerca del Brcp ha utilizzato anche la fotografia a raggi infrarossi e la riflettografia a raggi per rivelare disegni preparatori. La preparazione disegnativa è stato trovata in linea con altre tavole del maestro. Una pennello piuttosto fitto e un colore molto diluito sono stati usati per impostare il dipinto.
Il pannello – legno di quercia, circa quattro millimetri di spessore – è un frammento di un pezzo originariamente molto più grande, probabilmente di un trittico. Ma cosa rappresenta esattamente l’opera? Un’indagine successiva è stata chiesta a Maurizio Bernardelli Curuz, che ha lavorato sulla struttura e sui significati.

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A sinistra, la tavola. A destra, il particolare della parte inferiore del dipinto nella quale appaiono i sette peccati capitali

“L’opera rappresenta Sant’Antonio e le tentazioni, che però non agiscono direttamente su di lui. Il quadro ha una funzione fortemente didascalica. Nella parte superiore, vediamo il santo mentre, virtuosamente attinge a una pozza d’acqua. Nella parte bassa troviamo invece la rappresentazione simbolica dei sette peccati capitali che sono impaginati come elementi in opposizione alla sobrietà del santo. Probabilmente la tavola aveva anche la funzione mnemonica di collegare ogni piccola immagine della parte inferiore a un vizio da memorizzare. Si può anche ipotizzare che lussuria, gola, invidia – che appaiono più vicini alla figura del virtuoso eremita fossero i più prossimi e frequenti tanto tra i peccatori quanto nei cattivi pensieri allontanati dal santo”. Bernardelli Curuz ha pertanto proposto ai colleghi una grafica di sintesi che qui pubblichiamo.
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