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Il fascino dei buccheri etruschi. Perché diventavano immediatamente neri e cosa imitavano?


Il fascino del bucchero etrusco in esposizione al Museo Archeologico al Teatro Romano di Verona. E’ aperta al pubblico, nella sala dedicata alle esposizioni temporanee, la nuova mostra sui ‘Vasi antichi’, a cura di Margherita Bolla, che dedica un focus speciale alle ceramiche etrusche. Una sezione, che resterà aperta al pubblico fino al 2 ottobre 2022, che presenta alcuni dei pezzi più suggestivi della raccolta di ceramiche preromane, un’ottantina di vasi dal VII al IV secolo a.C. circa, che compongono una parte della ricca collezione del Museo Archeologico, normalmente non esposta al pubblico.

Coppa a figure rosse, di produzione attica; nel tondo Bendis, dea della vegetazione e degli animali. 440-430 a.C.

Di particolare impatto la vetrina dedicata alle “ceramiche nere degli Etruschi”, con un vaso monumentale, parte di un gruppo di vasi in bucchero donato al Museo di Verona nell’Ottocento da Bernardino Biondelli (nato a Zevio nel 1804), linguista di fama, archeologo, curatore delle collezioni numismatiche del Comune di Milano per più di trent’anni.
Le ceramiche nere degli Etruschi
Questa tipologia di manufatti, chiamati anche buccheri, si distinguono grazie al tipico colore nero che si trova sia sulla superficie, più o meno compatta e lucente, sia nel corpo ceramico. Non si tratta infatti in questo caso di vernice sovrapposta alle pareti del vaso, ma di un particolare procedimento di cottura in assenza di ossigeno per impedire le trasformazioni chimiche di ossidazione che facevano assumere la tipica colorazione aranciata ai minerali di ferro contenuti nell’argilla.

La parola “bucchero” non è etrusca, ma di origine spagnola, e designava una ceramica di colore nero di produzione sudamericana importata nel XVII secolo, molto simile alle ceramiche etrusche che presero dunque il suo nome.

L’invenzione del bucchero etrusco si deve alla volontà di creare oggetti che potessero assomigliare ai costosi servizi in bronzo, di colore metallico e lucenti, ma che fossero meno costosi. L’uso di crateri, brocche, calici e mestoli in bronzo era infatti previsto durante i banchetti degli esponenti più ricchi della società etrusca, che molto probabilmente aveva assimilato questa abitudine dai Greci, con i quali da secoli intrattenevano rapporti commerciali.

Vasi prodotti in Daunia (regione della Puglia antica), con decorazione geometrica. IV secolo a.C.

Sede espositiva
Museo Acheologico al Teatro Romano
Regaste Redentore, 2 – 37129 Verona
tel. 045 8000360 – museoarcheologico@comune.verona.it
museoarcheologico.comune.verona.it
Facebook @MuseiCiviciVerona – Instagram @museiciviciverona – Twitter @iMuseiVerona

Orari
dal 23 ottobre 2021 al 2 ottobre 2022
da martedì a domenica dalle 10 alle 18
(ultimo ingresso alle 17.30)
chiuso il lunedì

Biglietti
• biglietto intero: € 4,50
• biglietto ridotto gruppi (superiore a 15 persone), agevolazioni, persone oltre 60 anni: € 3,00
• biglietto ridotto scuole (dalle primarie alle secondarie di secondo grado) e ragazzi (8-14 anni, solo accompagnati): € 1,00
• ingresso gratuito:
◦ persone oltre 65 anni residenti nel Comune di Verona
◦ persone con disabilità e loro accompagnatori
◦ con VeronaCard

Da ottobre a maggio, prima domenica del mese tariffa unica: € 1,00

Prenotazione visite guidate e percorsi didattici
Segreteria didattica dei Musei Civici
Cooperativa Le Macchine Celibi
dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16
il sabato dalle 9 alle 13
tel. 045 8036353 – 045 597140
segreteriadidattica@comune.verona.it

In collaborazione con
Ufficio Stampa
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Tel. 049663499
Referente Roberta Barbaro: roberta@studioesseci.net