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Il paradosso di Andy. L’assenza di Dio come indizio di un’intima religiosità


Uno studio dedicato ad Andy Warhol pubblicato sulla rivista dei Gesuiti Civiltà Cattolica (2007) svela il lato più intimamente religioso dell’artista, che qui viene raccontato da un’angolazione che sembra contrastare con la tradizionale opinione che si ha di lui, ritenuto in genere vicino agli aspetti più materiali della vita.


Per molti, i quadri di Andy sono spazi in cui l’effimero e il vuoto prendono il sopravvento, all’opposto, ad esempio, delle icone orientali, specchio dell’eterno e della pienezza. In realtà, ciò non è del tutto vero, sostiene Civiltà Cattolica. La raffigurazione, ripetuta più volte, di volti di noti personaggi (Elvis Presley, Marilyn Monroe…), miti del nostro tempo ormai scomparsi, non è che un’ostentazione della morte, ridotta a prodotto mediatico, utile per “esorcizzare il timore della perdita e della dissoluzione”, affermano gli autori del saggio.
In tal modo si viene a creare una situazione in cui corruzione, decadenza e materialità servono per nascondere un aspetto più profondo, non immediatamente rilevabile: il sentimento di fede e rispetto di Warhol nei confronti di Dio. Proprio l’“apparente” assenza di Dio dai quadri, anche di tema sacro, rivela la volontà di preservare la religiosità da un luogo, quello dell’opera d’arte, appunto, ormai “condannato a rappresentare feticci”.
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Andy Warhol superstar
Prezzo: € 35.00
Editore: Abscondita
Data di Pubblicazione: Luglio 2013
Formato: illustrato, brossura
“L’arte di Warhol complessa, non può essere ridotta a un assioma; e tuttavia mi arrogo il diritto di suggerirne uno. Nei momenti di empatia con la sua ombra, dico a me stesso: il sesso – e il tempo – sono stati la tortura di Andy” (W. Koestenbaum)[/box]