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Eric Fischl è nato nel 1948 a New York e cresciuto nei sobborghi di Long Island. Ha iniziato la sua formazione artistica a Phoenix, in Arizona, dove i suoi genitori si erano trasferiti nel 1967. Ha frequentato il Phoenix College e ha conseguito la B.F.A. dal California Institute for the Arts nel 1972.
Ha trascorso un po ‘di tempo a Chicago, dove lavorava come guardia al Museum of Contemporary Art. Nel 1974, si è trasferito a Halifax, in Nuova Scozia, per insegnare pittura al Nova Scotia College di arte e design. Fischl ha fatto la sua prima mostra personale, a cura di Bruce W. Ferguson, alla Dalhousie Art Gallery in Nova Scotia nel 1975 prima di trasferirsi a New York City, nel 1978.
L’educazione suburbana di Fischl forniva all’artista lo sguardo su un ambiente di alcolismo, permeato da cultura “country club” ossessionata dall’idea della prevalenza dell’immagine sul contenuto, dell’apparire sull’essere. I suoi primi lavori si concentrarono quindi sulla frattura tra ciò che era vissuto e ciò che non poteva essere detto.
La sua prima mostra a New York City è stata alla Edward Thorp Gallery nel 1979, in un periodo in cui il racconto dei sobborghi non era considerato un genere legittimo per l’arte. “Ma ho comunque ricevuto per la prima volta l’attenzione critica – dice l’artista per aver descritto le oscure e inquietanti correnti sotterranee della vita americana tradizionale.” Fischl ha collaborato con altri artisti e autori, tra cui E.L. Doctorow, Allen Ginsberg, Jamaica Kincaid, Jerry Saltz e Frederic Tuten.
Visto dall’Italia, l’artista si rivela appartenente a quel filone postmoderno, che unisce la tradizione al pop e che caratterizza gli anni del cosiddetto “edonismo reaganiano”. Le sue opere sono fortemente contrassegnate dal piacere – ma anche dalla sofferenza indotta dallo stesso – dall’estate, dal sesso, dalle spiagge, in atmosfere torride rappresentate da una pittura figurativa, molto rapida nel gesto ed efficace. Curiosa l’esplorazione del mondo delle piscine private e delle feste, molto americane, attorno ad esse, con spiccati richiami eterosesssuali. Da contrapporre alle piscine, eminentemente gay, dell’anglo-americano David Hockney (Bradford, 9 luglio 1937) –