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Il significato simbolico del museo nei grandi film. Eros e limbo. Perchè? E per noi? Il video


Storie d’amore, di spionaggio, di grandi furti, avvolti nel profondo silenzio. Il museo, nel nostro immaginario, è soprattutto un non-luogo, spettrale, un cimitero di viventi imbalsamati, eppur pulsanti; ricco di divieti in cui opere d’arte, pur vitali, sono state punte per l’eternità da una sostanza paralizzante. I musei contengono l’eterno e implicano il fatto di disumanizzare ritualmente lo spettatore, con una serie di divieti. La bellezza può essere vista, ma non toccata perchè le istituzioni rendono impossibile il contatto tra il pubblico e l’opera. Solo i collezionisti possono acquisirne una simile, sul mercato, avendo il diritto di possedere l’eterno. All’interno della maggior parte delle cornici museali ogni respiro viene amplificato e il corpo umiliato. Per questo i musei risultano tra i principali luoghi erotici, nei quali, la carnalità sottratta e la sensualità proibita, si ripristina violentemente dopo la visita. Oppure sono punti di raccordo tra il mondo dei vivi o il mondo dei morti. E per questo contribuiscono a indurre lo straniamento panico della sindrome di Stendhal. O spiagge asettiche in cui pare persino lecito compiere un omicidio poichè essi sono area sacrale di confine con l’Aldilà. Il cinema ha sapientemente utilizzato questa struttura del luogo proibito, trasformandola in un topos. (curuz) Vediamo alcuni spezzoni di film celeberrimi.