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Inedito. Un autoritratto sardonico e impudico di Caravaggio ne La Flagellazione di Cristo. E altre figure sataniche



Uno straordinario autoritratto,- con abito da monaco e cosce nude? – emerge dall’isolamento dei diversi brani figurativi nella Flagellazione del Caravaggio (Napoli) compiuta da Maurizio Bernardelli Curuz. Lo studioso, secondo i “piani costruttivi” previsti dall’autore in ogni dipinto, ha isolato la figura, attenuando la luminosità dei personaggi principali circostanti e lasciando intatta la figura sardonica e impudica che esce alle spalle di Cristo.

“L’immagine, che non ho ritoccato in alcun modo e che non ho sottoposto ad alcuna manipolazione esce grazie all’attenuazione dell’eccesso di luce con il quale Caravaggio inganna la retina dello spettatore. – dice Maurizio Bernardelli Curuz – il candore della fascia e del Corpo di Cristo induce un effetto automatico di contrazione del diaframma. La presenza di parti molto illuminate, non permette agevolmente la visione delle zone in ombra. Una scelta reiterata pittore, che, grazie a questa profonda conoscenza degli automatismi ottici dell’osservatore, riempiva di figure e simboli le ombre, come risulta nelle immagini che osserveremo. Non si tratta, com’è macroscopicamente e reiteratamente evidente, di casi di pareidolia. La figura, come dimostra con chiarezza assoluta la radiografia, viene prevista a livello di ingombro e di tracce costruttive inequivocabili, durante la fase di lavorazione sull’imprimitura. Ciò significa che essa è radicata agli strati più profondi a cui s’aggrappa il tessuto del film pittorico, nel quale è poi perfezionata la stesura analitica della figura stessa.  Sono piani semantici sottotraccia, complessi, ma evidenti, che impongono una rilettura globale del sistema-Caravaggio.
“Ho sottoposto ad indagine di attenuazione dei centri di massima luce, tutte le opere di Caravaggio e queste modalità capricciose sono presenti in tutti i dipinti.  Nel periodo napoletano e maltese, non chè ne La Natività palermitana (trafugata) la provocazione nei confronti della Chiesa raggiunse la massima violenza. Era evidente che l’autore e una ristretta cerchia erano a conoscenza del modo di costruire il sacro, attraverso una sorta di diabolica cospirazione delle cose. A Napoli e In Sicilia le contestazioni la Chiesa diventano violentissime. L’autore dipinge quadri sacri componendoli con immagini che, in alcuni casi, lambiscono la pornografia”.
 

La radiografia dell’area che rappresenta la testa di Gesù mostra che l’immagine era stata progettata in profondità, come un atto compositivo deliberato all’avvio del dipinto stesso








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