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La Barbie del Seicento, nei ritratti mostrava gli abiti adatti a ogni ora del giorno


Dal mattino alla notte: come una bambola del ’900, la figlia del Granduca di Toscana cambiava abito, atteggiamento e ritratto. Ecco da mane a sera la sequenza della “reginetta del ballo”


Egocentrica? Vanesia? Superba? Forse. Di certo doveva essere un’appassionata collezionista d’arte Anna Maria Luisa de’ Medici, figlia del granduca di Toscana Cosimo III e moglie di Wihelm von der Pfalz, Elettore palatino del Reno. A partire dal 1682 la principessa e il consorte commissionarono a Jan Frans von Douven, pittore di corte, una serie di dipinti che li ritraevano immersi in diverse occupazioni quotidiane, più o meno mondane, al punto che, accostando i ritratti l’uno all’altro, si ha l’impressione di trovarsi di fronte alle scene di un film in costume o a una sfilata di moda. E’ datata 1695 l’opera che mostra l’Elettore e l’Elettrice “in atto di danza”, sontuosamente agghindati con abiti neri decorati da galloni rossi e oro e copricapi ingemmati. Altro dipinto, altro momento della vita di corte: Anna Maria, top model ante litteram, viene ritratta durante una battuta di caccia: sfoggia un abito rosso impreziosito da passamaneria dorata e pizzi, porta un tricorno di piume pure rosse in testa, regge un fucile con la mano destra e accarezza un cane con la sinistra.
Risale forse al 1700 il ritratto che mostra la principessa in piedi, mentre indossa un magnifico abito con gemme, in atto di indicare una poltrona posta a sinistra, davanti a una mensa imbandita. La sala, parzialmente nascosta da una tenda drappeggiata, è ornata da portiere, quadri e specchiere; a destra, sullo sfondo, si scorgono un bambino che regge una torcia e figure indistinte. Ed ecco i coniugi immortalati ad un ballo in maschera, con sfarzosi abiti che suggeriscono una tenuta da cucina: l’Elettore indossa una veste rossa con ricami dorati, grembiule di trina e cappello nero; la moglie invece porta un copricapo rosso, un corpetto dello stesso colore arricchito da gemme, sottana a righe oro e blu, grembiule di merletti. Anna Maria addita allo spettatore un grande vaso di metallo collocato alla sua sinistra, mentre il marito mostra tavole imbandite che si notano sullo sfondo. Di nuovo l’Elettrice in atto di danza: in un’opera del 1699 la principessa volteggia leggiadra all’interno di una sala con pavimento a scacchi, abbigliata con lo stesso abito che compare nel dipinto che la mostra danzare col marito. Se fosse vissuta ai nostri giorni, probabilmente Anna Maria avrebbe intrapreso la carriera di modella o attrice, ma non bisogna pensare a lei come ad una donna superficiale, dedita esclusivamente alla contemplazione di sé: se Firenze possiede alcune tra le più importanti raccolte d’arte del mondo, i capolavori di Botticelli e Michelangelo, di Raffaello e di Leonardo, si deve anche a lei, la “principessa saggia”.
Con la sua morte, avvenuta nel 1743, si estingue la dinastia dei Medici, ma non si disperde un patrimonio: Anna Maria è infatti l’ideatrice del “patto di famiglia”, con cui designa successore nella proprietà di tutti i beni il granduca Francesco Stefano di Lorena, “a condizione espressa che di quello che è ornamento dello Stato, e per utilità del pubblico, e per attirare la curiosità dei forestieri, non ne sarà nulla trasportato o levato fuori dalla Capitale, e dello Stato del Granducato”.