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La Gioconda a Firenze in dicembre? La Francia apre uno spiraglio


La Francia, dopo le prime risposte ufficiose negative, sta meditando su un prestito temporaneo della Gioconda di Leonardo Da Vinci all’Italia. L’occasione sarebbe offerta dal centenario del recupero, da parte del nostro Paese, del celeberrimo ritratto, che fu trafugato tempo prima da Vincenzo Peruggia, il quale aveva spiegato il gesto come un’azione patriottica di riconsegna del patrimonio italiano.  Motivazione del furto – secondo le dichiarazioni dell’ormai celebre “ladro del Louvre” – era il fatto che egli riteneva che la Gioconda fosse una preda di guerra e non – com’è vero – un acquisto compiuto dal re di Francia dopo la morte di Leonardo. Comunque sia, il quadro tornò a Firenze con Vincenzo Peruggia e qui fu recuperato dalle autorità italiane. Per il Louvre staccarsi dal dipinto non è così semplice come pare. La saletta in cui è conservato il ritratto di monna Lisa Gherardini del Giocondo è meta di un incessante pellegrinaggio da parte del pubblico, che sfila rapidamente nella galleria italiana, senza prestare attenzione agli altri capolavori – anche di Leonardo – che stanno alle pareti, per raggiungere, in fondo alla galleria corridoio, il mitico quadro, protetto da una teca a prova di bomba. I francesi hanno comunque riaperto uno spiraglio per il prestito della Gioconda nel mese di dicembre. Potrebbe essere – si dice -un’esposizione brevissima, simbolica, volta a riconoscere il Paese dell’autore del dipinto e il recupero qui compiuto proprio cent’anni fa, nel 1913.
Il Ministro dei Beni culturali del Governo Francese, Aurelie Filippetti, ha infatti risposto  con una lettera alla richiesta del Comitato per il rientro della Gioconda in Italia. Filippetti  propone un incontro a Parigi con il direttore generale del patrimonio storico dei beni Culturali francese per verificare le possibilita’ della presenza a Firenze della Gioconda. “Stiamo preparando l’incontro a Parigi con il direttore generale del patrimonio culturale del Governo Francese -spiega Vinceti, presidente del Comitato- E’ certamente l’inizio di un dialogo che intende verificare  se sussistono le condizioni politiche  per riavere, per un mese, dopo cento anni, il quadro più’ conosciuto e amato dal mondo intero”.